Insegnanti di Sostegno: troppe sono ancora le supplenze, bisogna fare di più per l’inclusione. Quali sono le attuali criticità?
Durante un recente incontro sull’inclusione scolastica, promosso dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) a Lodi lo scorso 17 luglio, Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, si è impegnata con il folto pubblico presente a garantire che già dal primo giorno di scuola ci saranno gli insegnanti di sostegno necessari, affinché tutti gli alunni e studenti con disabilità possano iniziare l’anno scolastico regolarmente e, soprattutto, ad assicurare che sin dal prossimo anno scolastico i dirigenti scolastici potranno prolungare i contratti già in essere con gli insegnanti di sostegno, ai fini della continuità didattica.
Sulle impegnative ed importanti promesse del Ministro, è intervenuto nei giorni scorsi Gianluca Rapisarda, Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R.
“In merito alla garanzia del numero “necessario” di docenti per il sostegno ai nostri allievi sin dall’inizio dell’anno scolastico, di cui le stesse nostre Associazioni di e per persone con disabilità sarebbero le prime a rallegrarsi –dichiara il Direttore Gianluca Rapisarda-, mi permetto tuttavia di rammentare alla Signora Ministra Fedeli che, fino ad oggi, nel nostro modello inclusivo caratterizzato da tantissimi docenti precari ed impreparati, l’equazione quantità di insegnanti di sostegno uguale qualità dell’inclusione non ha affatto funzionato. Da questo punto di vista, neppure il tanto “celebrato” neonato Decreto attuativo della Buona Scuola sul sostegno n. 66/17 ha previsto qualcosa per contrastare il fatto che più del 40% (47000) degli attuali docenti per il sostegno (150000) sono supplenti, hanno incarichi “in deroga” e, cosa ancor più grave, non sono né specializzati, né abilitati.
Tutto ciò è davvero preoccupante, se si pensa che, ai sensi della succitata Delega sull’inclusione della Buona Scuola e dell’altro suo Decreto attuativo n. 59/17, per l’entrata a regime del nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento dei docenti specializzati ci vorranno diversi anni.”
“D’altra parte prosegue il Direttore dell’I.Ri.Fo.R. Gianluca Rapisarda-, la previsione dell’art 14 del D.Lgs n. 66/17 attuativo della Buona Scuola (ribadita tra l’altro dal medesimo Ministro in occasione del recente incontro di Lodi) di garantire la continuità didattica dei docenti di sostegno, attraverso la possibilità di confermare per più volte nel corso dell’anno scolastico successivo lo stesso docente con contratto determinato, non depone a favore dell’eliminazione di uno dei mali storici dell’inclusione scolastica italiana e cioè la “supplentite” e di certo non fa ben sperare in termini di qualità del modello.”
Precisa Gianluca Rapisarda: “A mio parere, sulla continuità didattica, qualche ombra rimane e si potrebbe e dovrebbe fare di più. Infatti, per ovviare alle summenzionate carenze, il Miur dovrebbe avere finalmente il coraggio di iniziare a rivedere i criteri degli organici dei docenti specializzati, che dovrebbero poter transitare dal presente organico di fatto a quello di diritto delle scuole e prevedere un serio Piano di assunzione e di stabilizzazione “a lungo termine”, attraverso appositi Concorsi. E’ mia convinzione, dunque, che la questione “continuità” non possa essere risolta né su un piano meramente sindacale, né su un piano tutto individuale, perché il problema è “strutturale”.
“Tale criticità di fondo –chiarisce il Direttore Gianluca Rapisarda- dipende dal fatto che ci si ostina a voler considerare erroneamente la continuità soltanto in termini di “presenza” del docente per il sostegno e non anche, più adeguatamente e propriamente, come “sostegno del contesto”.
L’inclusione, cioè, deve essere intesa come quel processo attraverso il quale il contesto scuola, tramite i suoi diversi protagonisti (organizzazione scolastica, studenti, insegnanti, famiglia, territorio) assume le caratteristiche di un ambiente “accogliente” che risponde ai bisogni educativi di tutti e di ciascun alunno e non solo di quelli con disabilità.”
“La via indicata dalle norme, ed alla quale dovrebbe fare riferimento il Ministro sottolinea il Direttore scientifico Gianluca Rapisarda-, non è perciò quella della deleteria persistenza sugli incarichi “in deroga, quanto piuttosto quella della formazione generalizzata sulla Didattica inclusiva e sulla Pedagogia speciale, delle competenze specifiche diffuse a tutto il personale scolastico, agli educatori ed agli assistenti alla comunicazione, della collegialità e della presa in carico del consiglio di classe e dell’intero contesto che supera il modello della delega al solo insegnante di sostegno, purtroppo rafforzato tristemente nella sua centralità proprio con il recente Decreto sull’inclusione della Buona Scuola.
Ciò è confermato dal fatto che il D. Lgs 66/17 sull’inclusione scolastica ha messo di fatto “tra parentesi” il ruolo estremamente positivo svolto in questi anni proprio dal contesto ed in particolare dalla rete dei cosiddetti Centri territoriali di supporto (CTS), troppo sbrigativamente depennati e trasformati in ectoplasmatiche “Scuole polo.”
“L’auspicio –conclude Gianluca Rapisarda-, pertanto, è quello che, già subito dopo le ferie estive, il Ministero apra una seria riflessione ed un costruttivo confronto con le nostre Organizzazioni sulle potenzialità dei CTS e sulla loro capacità di fare rete con il contesto in quanto, se ben curati e valorizzati, essi potrebbero realmente diventare l’architrave su cui costruire il nuovo modello italiano d’inclusione del Terzo millennio.”