Niente commenti politici per gli insegnanti? La deputata leghista Vanessa Cattoi ha espresso una critica dura a una dirigente scolastica. Ed è polemica.
“Il ruolo dell’insegnante – ha detto Cattoi – dovrebbe prevedere l’astensione dal commento politico”.
La polemica è scaturita da un commento della preside postato sul suo profilo personale Facebook in merito al caso della nave Aquarius con il suo carico di profughi dirottati prima dell’approdo sulle coste italiane verso Valencia con il via libera della Spagna ad accoglierli.
La dirigente scolastica ha scritto:
“#Spagna civile.#Italia governata da criminali che riducono alla fame 600 disperati“. Il commento a titolo personale della dirigente scolastica non ha incontrato il gradimento dell’onorevole leghista.
E mentre l’onorevole Cattoi attacca una dirigente scolastica perché “un’insegnante dovrebbe astenersi dal commento politico” su Facebook i toni stanno diventando sempre più pesanti e gli attacchi (anche ai giornali) sempre più violenti. Ignoranti o in malafede, definisce così gli insegnanti il neosegretario della Lega Mirko Bisesti addirittura in un comunicato stampa. E su Facebook ci si lancia all’invettiva violenta e senza criterio contro insegnanti e giornalisti.
La risposta arriva dalla dirigente scolastica che sostiene:
“Esiste un articolo della costituzione che tutela la libertà d’espressione e non mi pare che escluda i dirigenti scolastici. Esiste anche la norma per cui i parlamentari si impegnano a far rispettare la costituzione. Questo mi aspetterei, da una deputata.”
Il tutto anche in un periodo in cui gli insegnanti sono vessati ed aggrediti: solo dall’inizio del 2018, sono state 34 le aggressioni agli insegnanti da parte di studenti o dei loro genitori, generate spesso risse verbali iniziate su whatsapp. Per questo presidi, pediatri e genitori hanno lanciato la campagna social #EducareInsieme e la diffusione di cinque regole di base per un dialogo costruttivo, un vademecum da divulgare tra le famiglie.
Il fenomeno ha probabilmente dimensioni ancora più grandi, visto che è difficile stimare quante violenze non vengono denunciate. Abbandonati da tempo i comportamenti improntati al rispetto, i genitori oggi contestano apertamente le scelte didattiche, i compiti e i giudizi del corpo insegnante.