giornata degli insegnantiDal 1994 l’appuntamento per soffermarsi sul ruolo degli insegnanti ricorre il 5 ottobre. Lo scopo di una giornata a loro dedicata è quello di mobilitare il sostegno per gli insegnanti e garantire che le esigenze delle generazioni future continuino ad essere soddisfatte dai docenti.


Secondo l’UNESCO, la Giornata mondiale degli insegnanti rappresenta un segno significativo della consapevolezza, la comprensione e l’apprezzamento mostrato per i contributi vitali che gli insegnanti danno all’istruzione e allo sviluppo. I prof italiani sono fra i più sottopagati d’Europa, a inizio carriera della secondaria lo stipendio e di 24mila euro contro i 42mila di un prof tedesco.

 

Nel frattempo in questi giorni si spendono parole per il ruolo dell’insegnante. Non da ultimo il sacerdote Vito Magno è ritornato sull’eterno dibattito tra professione e missione. Vito Magno indica, citando Guitton (intellettuale francese amico di Paolo VI), Don Milani e Papa francesco, quello che dovrebbe essere l’insegnamento o meglio  come dovrebbe essere inteso. L’autore dell’articolo evidenzia che l’insegnamento ha la funzione principale di preparare alla vita, grazie al segno lasciato dai docenti nel cuore degli studenti.

 

Queste le parole del Ministro Fedeli invece:

 

“Ogni rapporto educativo ha bisogno di competenza, professionalità e studio. Quella dell’insegnante è una delle professionalità più importanti per il paese, perché strettamente collegata alla sua crescita”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante un incontro alla Cgil, analizzando la composizione del corpo docente in Italia, a maggioranza femminile, e le sue caratteristiche.

 

“Storicamente – ha spiegato la ministra – nella scuola italiana si è pensato che siccome sei donna sembra quasi che hai caratteristiche ‘naturali’ per esercitare una funzione con bambini di minore età, nella scuola dell’infanzia o primaria”, considerando l’insegnamento come una missione e non come una professionalità.

 

“Questo è un primo limite storico: il fatto di non considerare il rapporto educativo come un percorso che va da 0 anni” fino alla fine del percorso di studi. “Ogni rapporto educativo è competenza e professionalità”.