Il quesito referendario è stato depositato in Cassazione e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 luglio; la raccolta delle firme è iniziata lunedì 20. Servono 500 mila firme entro Settembre, finora referendum accolto bene dai COBAS, permangono dubbi invece da parte degli altri sindacati.
Il comitato nazionale ‘Leadership alla Scuola’, che nei giorni scorsi ha depositato in Cassazione il quesito referendario per l’abolizione della riforma Renzi della scuola, sta inviando moduli a tutti i Comuni d’Italia e diramando appelli per sollecitare l’adesione alle ragioni del referendum.
Gli appelli sono rivolti ai sindacati della scuola, le forze politiche, le associazioni studentesche, i genitori, i ‘non votanti’.
Il comitato si propone di raccogliere 500.000 firme necessarie entro settembre con l’obiettivo di raggiungere il quorum a maggio del 2016 quando ”probabilmente gli italiani saranno chiamati a votare per l’abolizione del Senato e per la riforma elettorale”.
Immagine 1.1 – Quesito Gazzetta Ufficiale (clicca sull’immagine per ingrandire)
Tutti i cittadini maggiorenni e aventi diritto di voto possono firmare il referendum, e per farlo potranno recarsi negli uffici comunali di tutti i Comuni italiani. Inoltre in movimento per il referendum ha annunciato che presto ci sarà la possibilità di “Sottoscrivere la richiesta di referendum presso appositi banchetti che saranno allestiti in tutto il territorio nazionale”. Ricordiamo che il termine ultimo per la raccolta delle firme è il 25 settembre 2015.
”Iniziare l’anno scolastico in concomitanza con la raccolta firme per il referendum, senz’altro attenuerà gli effetti nefasti della riforma”: lo sostiene il comitato nazionale ‘Leadership alla Scuola’.
Per il comitato, che nei giorni scorsi ha depositato in Cassazione il quesito referendario per l’abolizione della riforma Renzi, la raccolta firme “condizionerà, renderà incerta e quindi rallenterà l’azione del governo nell’attuazione delle ‘deleghe in bianco’ e farà sentire al Governo e ai dirigenti scolastici il nostro ‘fiato sul collo””.
Per far circolare le informazioni ha dato vita a una serie di mailing list, gruppi Whatsapp e Facebook, una petizione sulla piattaforma Change.org e un portale web. Il comitato ha mandato un invito ufficiale alle rsu, alle segreterie provinciali, regionali e nazionali dei sindacati della scuola chiedendo loro di assumere la guida e il coordinamento dell’iniziativa referendaria. Sostengono di essersi già «allargati a macchia d’olio».
I Cobas «appoggeranno»: non ritengono, però, il referendum «lo strumento principe di lotta». «Siamo per una guerriglia tipo Vietnam – dice Massimo Montella, responsabile dei Cobas Napoli – con boicottaggio dei comitati di valutazione, delle prove Invalsi, scioperi già a partire dal primo giorno di scuola».
«Perché un referendum abbia successo c’è bisogno di un grande consenso», dice Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil. Che vede delle criticità: tempi troppo stretti, e la possibilità che il quesito referendario venga riconosciuto inammissibile: «alcune questioni rientrano sotto la materia fiscale, che non può essere sottoposta a referendum», spiega.