Una nuova “tegola” sta per cadere sugli uffici del Ministero: sta montando in tutta Italia la protesta dei docenti non abilitati esclusi dal concorso. Molti di questi insegnanti si stanno rivolgendo a diversi studi legali che hanno già messo a punto la loro strategia che non sarà affatto facile ma che potrebbe rimettere in discussione un pezzo importante della legge 107.
L’idea più diffusa sembra essere quella di ricorrere al TAR Lazio per impugnare il bando di concorso ma sollevando una questione di legittimità costituzionale; impugnare il bando, infatti, potrebbe essere del tutto inutile dal momento che non sarà possibile eccepire una difformità del bando rispetto alla legge (i ricorsi amministrativi si fondano infatti proprio sulla violazione della legge da parte di atti di normativa secondaria, come decreti e ordinanze ministeriali).
Il punto è che il è proprio il comma 110 della legge 107 ad escludere dal concorso i docenti non abilitati e questa disposizione – secondo molti legali – potrebbe integrare una violazione dei principi costituzionali in particolare di quelli contenuti nell’art. 97 della Carta (“I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell’amministrazione”).
Nel caso di concorsi pubblici, per esempio, è necessario che il bando consenta la massima partecipazione in modo da garantire la miglior selezione dei candidati. Se il TAR Lazio dovesse accogliere l’eccezione di costituzionalità, una ulteriore ombra potrebbe proiettarsi sulla legge 107 e l’intera procedura concorsuale potrebbe subire contraccolpi imprevedibili.