scrutini finaliLa verbalizzazione del Consiglio di classe in sede di scrutinio finale richiede di essere determinata secondo un iter procedurale corretto, che dia anzitutto contezza del processo logico-valutativo, operato dall’organo collegiale per ciascun alunno. La motivazione della decisione assunta concernente la valutazione degli alunni non può essere infatti adempiuta in modo del tutto generico ed espressa attraverso un giudizio collettivo riferito all’intero gruppo classe, ma preferibilmente articolata ed esauriente nella sua formulazione, circostanziata dalle ragioni e dalle evidenze che hanno portato il Consiglio di classe ad adottare un giudizio negativo finale di non promozione alla classe successiva.

 

Riguardo alla carenza di motivazione o alla sua indeterminatezza, i giudici di Palazzo Spada hanno più volte accolto il ricorso di genitori che hanno lamentato proprio tale anomalia operativa, annullando pertanto il giudizio finale di non promozione alla classe successiva“per violazione di legge, per difetto di motivazione”, riconoscendo agli appellanti di cui sopra il difetto e il principio caro alla pubblica amministrazione secondo cui gli atti vanno debitamente motivati. Siffatta evidenza rende opportuno che ogni alunno sia esaminato sempre con scrupolo e in riferimento al suo percorso di studio, alle carenze e alle attitudini dimostrate, in specie tenendo presente che “la situazione didattica di un alunno non può essere comparata con quella di altri soggetti” (Sentenza TAR Calabria – Catanzaro n.514 del 2008), cosa che tra l’altro accade spesso all’interno delle sedute collegiali ove persiste l’abitudine di confrontare le situazioni degli alunni prendendo a paragone quelle di altri.

 

In sede di scrutinio finale il Consiglio di classe assume delle decisioni che rappresentano la determinazione della sua volontà, pertanto per essere i giudizi espressi insindacabili è necessario rendere più che manifesta l’avvenuta discussione sulle decisioni assunte, fatti salvi così il potere discrezionale dell’organo e le sue competenze tecnico-valutative, in una completa assenza di vizi di forma. Qui di seguito si forniscono due modelli, suscettibili di modifiche, che potrebbero arginare i rischi su elencati, fermo restando che i verbali devono pur considerare il contesto cui si riferiscono e che al Presidente dell’organo, nel caso specifico rappresentato dal Dirigente Scolastico, spetta ricordare in seno alla seduta il rispetto dei criteri affermati dalla normativa vigente in materia.