Esame di Maturità: oggi 500mila maturandi del 2018 affrontano la terza prova scritta, su tutte le materie di quinta superiore.
Sarà l’ultima volta del cosiddetto ‘quizzone’. Dal 2019, infatti, in base alla riforma voluta dalla ‘Buona Scuola’, gli scritti torneranno due. Nei giorni scorsi gli studenti sono stati alle prese con la prima e la seconda prova.
L’ultima terza prova: il prossimo 25 giugno si chiude un’epoca per gli studenti delle superiori.
Quella degli esami di maturità vecchia maniera, introdotti dalla riforma Berlinguer alla fine degli anni ’90: dall’anno prossimo si cambia e – se non ci saranno sorprese dell’ultimo minuto – la terza prova sparirà. L’esame 2019, quindi, sarà composto da tre prove in tutto (due scritti, più l’orale).
Anche quest’anno, dunque, gli studenti si preparano a ripetere il ‘copione’ di sempre. Secondo una survey di Skuola.net, effettuata su 1500 maturandi, quasi 3 su 5 – in barba al divieto – hanno ricevuto informazioni dai professori su quali saranno le materie oggetto di terza prova.
Alcuni di loro hanno addirittura ottenuto una “anteprima” sul contenuto delle domande. Nonostante questo, tanti si stanno ugualmente attrezzando per copiare, anche perché le commissioni sembrano disposte a chiudere un occhio. Solo il 30% degli intervistati, infatti, ha definito i professori particolarmente scrupolosi nei controlli, mentre 1 su 10 sa già che avrà praticamente via libera.
Al 60%, invece, basterà fare un po’ di attenzione e non dare troppo nell’occhio, perché raccontano che i commissari – pur mantenendo un certo rigore – tendono a distrarsi. Questo, però, non vuol dire che gli studenti prenderanno la terza prova sotto gamba, anzi. In questi giorni tra seconda e terza prova poco riposo per loro: quasi 6 su 10 studieranno per la maggior parte del tempo.
Ma come funziona la terza prova?
Questa è nata con lo scopo di verificare il grado di conoscenze acquisite dagli studenti nelle varie materie svolte durante l’ultimo anno delle superiori. Ha carattere multidisciplinare ed è elaborata dalla commissione d’esame, che sceglie la tipologia di prova e gli argomenti in base allo specifico percorso di studi e secondo le informazioni contenute nel Documento di Classe, compilato dal Consiglio di classe entro il 15 maggio.
I professori interni e i commissari esterni decidono quindi quali materie inserire, la modalità di svolgimento e la durata della prova. Il voto massimo è di 15 punti, con la sufficienza fissata a 10.
Come detto, la terza prova di maturità è multidisciplinare e nozionistica: caratteristica, questa, che ha portato spesso gli studenti a cercare stratagemmi per evitare l’effetto sorpresa (in teoria non dovrebbero conoscere, fino al giorno d’esame, le materie contenute nello scritto) e per cercare di “azzeccare” più risposte possibile.
Questo, forse, spiega il ricorso al tipico “aiutino”: non è un caso che, nel 2017 – secondo le rilevazioni di Skuola.net – la terza prova è stata, dei tre scritti, la più copiata. Circa il 32% degli studenti intervistati (su un campione di 1000 maturandi) dodici mesi fa aveva infatti ammesso “la sbirciatina”. In seconda prova il dato si era fermato al 30%, nella prova d’italiano al 22%.