dilazione di pagamentoPresieduta dal Vicecapo di Gabinetto del MIUR, dott. Pinneri, e alla presenza del Direttore Generale delle Risorse Umane e Finanziarie, Dott Greco, e del Direttore Generale del personale, dott.ssa Novelli, nonché dei rappresentanti della Direzione dei Sistemi informativi, si è svolta la riunione che l’Amministrazione si era impegnata a convocare a seguito del sit in unitario del personale ATA svoltosi davanti al Ministero il 22 ottobre scorso.

 

Gli argomenti trattati, fra gli altri di cui riferiamo in altra nota, sono stati il mancato pagamento delle supplenze del personale Docente e ATA e le disfunzionalità del sistema SIDI.

 

L’Amministrazione, dopo aver spiegato che le spese per le supplenze per ragioni normative e contabili sono soggette a limiti di erogazione e che da qui derivano i ritardi nell’emissione del pagamento, ha informato che negli ultimi dieci giorni sono stati emesse tre tranches di liquidazione supplenze per un importo complessivo di 35 milioni di euro circa per 63.000 rate. Ha informato anche che entro il 13 novembre avverrà un’emissione straordinaria che coprirà le retribuzioni dei supplenti di settembre e ottobre. La Direzione inoltre conta di ottenere dal MEF la somma necessaria per la copertura del mese di novembre e di dicembre.

 

Per quanto riguarda le disfunzionalità del SIDI segnalate in gran numero da parte delle scuole, l’Amministrazione ha affermato che, nel nuovo sistema che imputa direttamente al MEF il pagamento, molte criticità non erano state previste nella fase di sperimentazione e che via via che esse vengono segnalate ci si sta sforzando di risolverle, lavorando con i vari soggetti interessati a tutta la procedura (le Direzioni presenti, NoiPa, SIDI).

 

Come FLC CGIL abbiamo avanzato le seguenti osservazioni e proposte.

 

 

  • Va totalmente superata questa procedura di liquidazione stipendi che risulta palesemente inefficace perché basata su un programmatico stanziamento sottostimato e che ha come inevitabile esito, ogni anno che viene, quello di lasciare le scuole in affanno e i supplenti senza retribuzione. Da questo punto di vista si richiede un’assunzione di responsabilità politica che non lasci più al MEF (Ente pagatore ma Ente che non risponde del servizio scolastico) un controllo che blocca l’erogazione degli stipendi. Anche lo stesso impegno di non farsi trovare impreparati per i mesi di novembre e dicembre può essere del tutto aleatorio se basato su un’idea dimostratasi impraticabile, oltre che illegittima, di costringere le scuole a non chiamare i supplenti.

 

  • Va stigmatizzato il modo di procedere attuato dall’Amministrazione che, ad esempio sul mancato riconoscimento giuridico del sabato e della domenica per chi ha svolto l’orario settimanale pieno, è ricorsa ad una interpretazione dell’articolo 40 del Contratto Scuola senza aver sentito il dovere di promuovere un incontro di interpretazione autentica far i soggetti firmatari. Su questo è necessario addivenire ad un rapido ed esaustivo chiarimento che abbia come logica conclusione il riconoscimento del giuridico a fronte del riconoscimento dell’economico.

 

  • Abbiamo presentato, una per una le disfunzionalità del SIDI (impossibilità di inserimento su spezzone orario di completamento in quanto la titolarità del docente assente è presso un altro istituto, rifiuto di IBAN comunicato come non corretto anche se più volte verificato, impossibilità di inserimento dei permessi parentali ad ore, impossibilità di inserimento di un contratto di supplenza su congedo obbligatorio di maternità di una supplente fino a che il contratto non risulta autorizzato, e altro ancora). E abbiamo chiesto che vengano tutte risolte rapidamente.

 

  • Abbiamo inoltre chiesto che non vengano ignorate le richieste delle segreterie ma che anzi si dia loro un segnale almeno di acquisizione del problema, non potendosi accettare che le scuole vengano lasciate nell’incertezza, per la ragione, magari fondata ma inaccettabile, dell’esiguità degli addetti ministeriali: il taglio del personale dei settori pubblici deve essere un problema dei Governi e delle Amministrazioni ma non certo del cittadino e del lavoratore.