Zero euro in più per avviare la riforma della progressione di carriera dei docenti. Le risorse utilizzate saranno le medesime dell’attuale sistema. Una meritocrazia senza “oneri per lo Stato”.
Zero euro in più per gli stipendi dei docenti, ma diversamente distribuite. Questo è il progetto del Governo che leggiamo nelle linee guida della riforma della scuola.
Un sistema che, come abbiamo più volte ribadito, premierà il 66% dei docenti in base all’accumulo di crediti. Da dove proverranno le risorse?
Le risorse utilizzate per gli scatti di competenza (legati all’impegno e alla qualità del lavoro dell’insegnamento) saranno complessivamente le stesse disponibili per gli scatti di anzianità, distribuite però premiando i “migliori”. In questo modo, non ci saranno “oneri aggiuntivi per lo Stato”.
A tutto ciò si aggiungono anche le retribuzioni per le attività aggiuntive dei docenti che dovranno avvenire tramite il MOF (fondo Miglioramento Offerta Formativa).
Da dove verranno i fondi? L’avvio del nuovo sistema non avverrà prima del 2018, con la partenza del count down dal 1 gennaio 2015. Una tempistica non casuale, dato che si lega al primo trienni di avvio della valutazione delle scuole e soprattutto ad un periodo di blocco contrattuale che permetterà di recuperare risorse che, leggiamo nel testo, “nel frattempo sarebbero state altrimenti destinate alla progressione di carriera secondo il modello attuale.”
Un blocco contrattuale, dunque, ampiamente previsto e che si potrà annoverare a pieno titolo tra quelle voci tagliate della scuola che contribuiranno all’avvio della riforma.
FONTE: Orizzonte Scuola (www.orizzontescuola.it)