ddlL’incontro tanto atteso dai precari abilitati, tra l’amministrazione e le sigle sindacali sul concorso a cattedre, si è concluso con un nulla di fatto. Dopo aver inviato in ritardo i materiali del decreto, l’amministrazione non ha apertoalcun confronto serio ma si è limitata a un mero ascolto passivo. Inviare una funzionaria, per quanto abile e competente, col solo compito di prendere nota, ad un incontro decisivo per le sorti di decine di migliaia di docenti, è apparso uno sgarbo e una scorrettezza, non solo nei confronti delle rappresentanze sindacali, ma soprattutto verso le lavoratrici e i lavoratori della scuola pubblica.

 

La FLC CGIL ha ribadito la sua contrarietà a un concorso che verrebbe bandito nel caos più totale e in assenza di tutele per coloro che in possesso dell’abilitazione e del servizio possono vantare il diritto alla stabilizzazione, compresi i docenti della scuola dell’infanzia delle GAE (Graduatorie ad esaurimento), illegittimamente estromessi dal piano nazionale di assunzioni.

 

Ad oggi non si conosce il testo delle classi di concorso, non si conoscono le effettive esigenze delle scuole perché non sono in sincronia i tempi della pubblicazione del PTOF (Piano Triennale Offerta Formativa) con quelli delle iscrizioni, ma soprattutto con gli esiti di una mobilità straordinaria che disegnerà un’Italia con situazioni organiche completamente differenti. Il CSPIha rilevato forti criticità sul concorso e i provvedimenti correlati.

 

In questo quadro, ci chiediamo quale sia la ragione che motiva la fretta di bandire un concorso, che così com’è congegnato rischia di disperdere professionalità e competenze. Ribadiamo la necessità di definire un piano pluriennale di stabilizzazioni che garantisca i diritti dei precari.

 

Ancora una volta le relazioni sindacali vengono considerate un peso di cui liberarsi in fretta e non il valore aggiunto per trovare soluzioni che rimettano in asse i diritti.

 

La FLC CGIL contrasterà i provvedimenti selettivi e discriminanti del decreto sul concorso, se essi dovessero essere recepiti con decisione unilaterale dall’amministrazione. È necessario attivare tutte le iniziative di mobilitazioni possibili oltre a proseguire con le vertenze legali per chiedere il rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea.

 

Problemi anche sul fronte mobilità. La trattativa che sta impegnando i sindacati scuola presso il Miur sulla mobilità del personale docente per l’anno scolastico 2016/2017 è la conseguenza di un faticoso accordo politico che ha al suo centro la difesa dei diritti dei lavoratori e l’eliminazione delle profonde ingiustizie introdotte dalla legge 107/15. La determinazione dei sindacati ha costretto la controparte ad accettare lo strumento contrattuale per ripristinare le garanzie sottratte dalla legge in materia di mobilità.

 

Non fa parte dell’accordo politico e tantomeno della trattativa, invece, la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici. Fin dall’inizio, questa ipotesi è stata radicalmenterigettata da tutti i sindacati e in nessuna parte dell’accordo compare un qualsiasi riferimento alla chiamata diretta. Al contrario, si afferma l’impegno di definire contrattualmente criteri oggettivi nell’assegnazione dei docenti alle scuole.

 

Il tavolo contrattuale, da cui nessuna organizzazione sindacale si è finora ritirata, sta perseguendo un importante obiettivo di uguaglianza: consentire a tutto il personale di ruolo di potersi muovere, secondo preferenza, da una scuola all’altra mantenendo la titolarità su sede (all’interno del Comune e all’interno della Provincia) e da un territorio all’altro (Provincia o ambito) nell’intero Paese, senza vincoli temporali, superando le rigidità della legge 107/15.

 

Questi sono gli impegni finora sottoscritti dalle parti con l’eccezione della Gilda che comunque continua ad essere presente al tavolo negoziale. Il testo del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo sarà oggetto di un accurato confronto su ogni disposizione e non vedrà la nostra firma definitiva se non in piena applicazione degli accordi presi e previa consultazione vincolante della categoria.

 

Dell’accordo fa parte anche il rinvio a una specifica sequenza contrattuale, da definire entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto, che regolerà modalità e criteri di assegnazione dei docenti, che nel movimento non hanno la titolarità di scuola. Criteri e modalità per la FLC CGIL debbono portare alla formulazione di una graduatoria per titoli, evitando qualsiasi discrezionalità da parte del dirigente scolastico.

 

La trattativa in corso sta ricostruendo gli spazi di tutela per i docenti che la legge ha tentato di cancellare, rilanciando il protagonismo sindacale e dei lavoratori che proseguirà in tutte le sue forme possibili (mobilitazioni, ricorsi e il referendum) qualora la controparte non dovesse rispettare nella sequenza contrattuale gli impegni sottoscritti. In tal senso, nell’accordo non accetteremo vincoli che possano pregiudicare azioni contro la chiamata diretta. L’obiettivo fondamentale rimane quello di cambiare radicalmente la incostituzionale e autoritaria legge 107/15.