Roma, 22 gennaio 2008 : ospedale pronto soccorso

Agli stipendi ridotti all’osso, i carichi di lavoro maggiorati della riforma Renzi-Giannini, la pratica sempre più abituale delle reggenze in cambio di ridicole ‘mance’, nelle ultime ore le cronache ci raccontano di vere e proprie aggressioni fisiche verso i capi d’istituto.

 


 

Come quella che ha subìto il direttore dell’istituto comprensivo ‘Salvatore Casella’, a Pedara, nel catanese, che è stato colpito nel suo ufficio da due uomini a viso scoperto con pugni, schiaffi e calci, con tanto di intimidazione perché se ne vada dalla scuola.

 

Il sindacato Udir denuncia l’assoluta latitanza dello Stato nei confronti di chi ha l’onere di rappresentarlo nel territorio, esprimendo solidarietà al collega Fernando Rizza, per l’ennesima volta vigliaccamente intimidito durante l’esercizio delle sue funzioni.

 

Marcello Pacifico (Confedir): c’è ormai il clima negativo, culturale e politico, di un Paese che si ostina, contro ogni evidenza, a dipingere i dirigenti scolastici come nemici del Collegio docenti o del personale Ata, come potenziali corrotti e corruttori che si approfitterebbero dell’autonomia scolastica per perseguire interessi personali. Anche per colpa della politica sindacale rappresentativa, che ha aumentato il contenzioso nelle scuole senza tutelare a livello retributivo il già maggior carico di lavoro dovuto al dimensionamento.

 

È proprio il caso di dire che per i dirigenti scolastici la misura è colma: gli stipendi ridotti all’osso, i più “magri” della pubblica amministrazione, con diverse indennità addirittura ridotte, i carichi di lavoro maggiorati della riforma Renzi-Giannini, la pratica sempre più abituale delle reggenze in cambio di ridicole “mance”; nelle ultime ore le cronache ci raccontano di vere e proprie aggressioni fisiche nei loro confronti. L’ultimo caso è quello del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo ‘Salvatore Casella’, a Pedara, in provincia di Catania, che è stato colpito nel suo ufficio da due uomini a viso scoperto con pugni, schiaffi e calci, con tanto di intimidazione perché se ne vada dalla scuola.

 

Quanto è accaduto al dirigente scolastico siciliano, che da anni subisce intimidazioni nel silenzio delle istituzioni, è emblematico di come la figura del dirigente scolastico non solo goda di sempre più scarsa considerazione a livello di opinione pubblica, subendo pure ogni fine mese un’umiliante retribuzione, ma di come venga ora anche demonizzata e isolata. “Alla perdita della R.I.A., alla decurtazione del FUN, al taglio di un terzo delle sedi scolastiche e quindi delle dirigenze, al blocco salariale, alla inspiegabile disparità di trattamento rispetto alla dirigenza pubblica, ora si deve assistere anche al rischio di finire all’ospedale per aggressioni fisiche; è arrivato il momento di dire basta e ad alta voce”, dichiara Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir (cui Udir aderisce).

 

E proprio il giovane sindacato dei dirigenti scolastici Udir denuncia l’assoluta latitanza dello Stato nei confronti di chi ha l’onere di rappresentarlo nel territorio, esprimendo solidarietà al collega Fernando Rizza, dirigente della scuola “Salvatore Casella” di Pedara, nel catanese, per l’ennesima volta vigliaccamente intimidito durante l’esercizio delle sue funzioni. Anche di questo fatto e dalla sua gravità, parleranno i dirigenti scolastici in servizio e in quiescenza al Convegno su “Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni” che si svolgerà al Plaza Hotel, Catania, 14 marzo 2017, a partire dalle 8.30.

 

“Qualche settimana fa, già a Palermo – ricorda Marcello Pacifico – è stato denunciato il clima negativo, culturale e politico, di un Paese che si ostina, contro ogni evidenza, a dipingere i dirigenti scolastici come nemici del Collegio docenti o del personale Ata, come potenziali corrotti e corruttori che si approfitterebbero dell’autonomia scolastica per perseguire interessi personali. Anche per colpa della politica sindacale rappresentativa che, alla disperata ricerca di nuove responsabilità, ha aumentato il contenzioso nelle scuole senza tutelare a livello retributivo il già maggior carico di lavoro dovuto al dimensionamento scolastico”.