E’ pronto il decreto sui vaccini a firma di un gruppo di senatori – primi firmatari sono Stefano Patuanelli (M5S) e Massimiliano Romeo (Lega), che lo hanno appena depositato – che cambierà le disposizioni sui vaccini con l’obbligo flessibile.
Cosa contiene il DL
Il Decreto è improntato sull’educazione e l’informazione in materia di prevenzione vaccinale, ma anche su un nuovo Piano vaccinale nazionale, che ogni cinque anni individuerà e aggiornerà gli standard minimi di qualità delle attività vaccinali e gli obiettivi da raggiungere su tutto il territorio nazionale. Il decreto conterrà i dati sui soggetti vaccinati e da vaccinare, su quanti evitano o differiscono le vaccinazioni, sulle esenzioni attestate dal medico di famiglia, ma registrerà anche le dosi somministrate e gli effetti, che confluiranno nella rete nazionale di farmacovigilanza.
Gli obblighi delle Regioni
Le Regioni dovranno rispettare gli obiettivi indicati a livello nazionale; se non lo faranno, non potranno accedere alla quota del Fondo sanitario nazionale, che la nuova legge vincola alla prevenzione vaccinale.
Assume importanza fondamentale l’anagrafe nazionale vaccini, già prevista dalla legge Lorenzin e in via di definizione al ministero della Salute; i dati regionali saranno necessari a creare l’Anagrafe, che comporterà una spesa di 2,5 milioni di euro, più 185mila euro per la completa realizzazione nel 2018 e 80mila euro a partire dal 2019.
L’anagrafe vaccinale servirà a fornire tempestivamente dati su eventuali abbassamenti delle coperture che necessiteranno dei Piani straordinari d’intervento, che riporteranno al ripristino dell’obbligo, da qui la sua “flessibilità”.
Cosa devono fare i genitori
Il DL comincerà il suo iter solo a settembre, intanto varrà ancora la legge Lorenzin. Al momento l’obbligo resta su dieci vaccinazioni: polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, Haemophilus influenzae di tipo b (obbligatorie sempre); più morbillo, rosolia, parotite, varicella (da sottoporre a valutazione triennale).
Sono esonerati i bambini immunizzati per effetto della malattia naturale o quelli che non possono vaccinarsi per particolari condizioni cliniche.
I bambini tra zero e sei anni non vaccinati non possono accedere a nidi e materne fino ad avvenuta vaccinazione o alla presentazione della prenotazione presso l’Asl; mentre da sei a sedici anni possono accedere a scuola ma rischiano multe da 100 a 500 euro.
Una circolare del ministro Grillo ha prorogato le disposizioni dello scorso anno scolastico anche al 2018/19, quindi è ancora possibile presentare l’autocertificazione o la prenotazione della seduta presso l’azienda sanitaria.
L’opposizione dei presidi
I presidi si sono opposti alla circolare e hanno deciso di non accogliere in classe bambini senza certificazione di avvenuta vaccinazione dell’ASL o con la prenotazione presso lo stesso.
Per il 2018/2010 non c’è nessuna legge che dice che si possa autocertificare, affermano i presidi, e pertanto rispetteranno solo le certificazioni ASL per decidere se ammettere o meno un bambino a scuola.