decreto-legge-integrazione-alunni-stranieriIl Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto legge per l’integrazione degli alunni stranieri e per il sostegno agli studenti con disabilità.


A spingere su questo testo sono stati la Presidente Giorgia Meloni, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il Ministro dell’università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.

Il nuovo schema normativo approva disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025.

Scopriamo dunque quali saranno tutte le novità previste.

Nel decreto disposizioni per favorire l’integrazione degli studenti stranieri

Si tratta della prima azione, assunta nel nostro sistema di istruzione, che prevede interventi mirati a beneficio della reale integrazione degli alunni stranieri, attraverso attività di potenziamento concretamente messe a disposizione delle scuole.

Le misure sono rivolte, infatti, a quegli alunni stranieri che, soprattutto se neoarrivati in Italia, non possiedono un adeguato livello di conoscenza della lingua italiana come lingua di comunicazione e (conseguentemente) di studio, e che mantengono gravi deficit di conoscenza della lingua nel percorso successivo.

Basti pensare che il tasso di dispersione scolastica per questi studenti stranieri si attesta, infatti, a oltre il 30% a fronte di una dispersione degli studenti italiani pari ad appena il 9,8%. Per queste ragioni, si prevede, da una parte, la possibilità per le scuole – già per il prossimo anno scolastico – di accedere a specifici progetti PON volti ad assicurare il potenziamento dell’apprendimento della lingua italiana; dall’altra, di avviare un percorso che porterà, attraverso la rimodulazione degli organici, ad introdurre, per le classi con un numero di studenti stranieri neoarrivati in Italia, e con deficit nella lingua, pari o superiore al 20%, un docente con una formazione ad hoc.

Misure per il rafforzamento del sostegno didattico agli alunni con disabilità

Il decreto-legge contiene un “pacchetto” di misure rivolte ad assicurare una assistenza sempre più qualificata dei docenti di sostegno agli alunni con disabilità, favorendo, al contempo, la continuità didattica a beneficio degli alunni medesimi.

a) Nuovi percorsi di specializzazione per i docenti “precari” di sostegno

Per far fronte alla cronica carenza di docenti specializzati sul sostegno, si interviene introducendo, in aggiunta all’offerta formativa delle università, una nuova offerta formativa di specializzazione sul sostegno, erogata da INDIRE (ente pubblico di ricerca già deputato alla formazione del personale della scuola), rivolta ai docenti “precari”, che da anni già svolgono questo ruolo, per quanto privi di specializzazione. L’intervento, di natura transitoria ed eccezionale, si rivolge ad una platea di circa 85 mila docenti che l’attuale sistema di specializzazione non è riuscito ad intercettare.

b) Risoluzione del contenzioso sui titoli esteri

Nell’ambito di questa misura si interviene anche al fine di favorire la risoluzione del contenzioso collegato al mancato riconoscimento dei titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero. Si prevede, infatti, che i circa 11 mila soggetti con istanza di riconoscimento o contenzioso pendente possano accedere a percorsi di specializzazione “ad hoc”, sempre erogati da INDIRE.

c) Continuità didattica agli alunni con disabilità

Al fine di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno, si prevede la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente in servizio nel precedente anno scolastico, previa valutazione da parte del dirigente scolastico e nell’interesse del discente. La conferma viene disposta prioritariamente nei confronti dei docenti in possesso dello specifico titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità.

Valutazione dei dirigenti scolastici

Viene finalmente introdotto un nuovo modello di valutazione per i dirigenti scolastici in grado di misurare la loro attività sulla base di parametri di merito. L’intervento si inserisce nel solco di una stagione di importante valorizzazione, anche economica, del ruolo di dirigente scolastico, al quale corrisponde un conseguente adeguamento dei relativi sistemi di valutazione, secondo i modelli più virtuosi indicati per tutto il comparto pubblico. Con la disposizione proposta si garantisce un’oggettiva e trasparente valutazione delle performance individuali sulla base di obiettivi definiti e misurabili, consentendo il riconoscimento della retribuzione di risultato in base al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Il nuovo modello di valutazione sarà contenuto in un decreto del Ministro, da adottarsi con il doveroso coinvolgimento dei sindacati.

Ulteriori misure di urgenza in ambito scolastico

Si introduce una norma transitoria, valevole solo per il prossimo anno scolastico, per regolare la mobilità dei dirigenti scolastici, nelle more dell’entrata in vigore del CCNL appena siglato, prevedendo di innalzare al massimo (100%) la percentuale di posti disponibili a beneficio della mobilità dei dirigenti attualmente nei ruoli.

Le dichiarazioni del Ministro Valditara

«Il provvedimento approvato  dal Consiglio dei Ministri su nostra proposta – dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – rappresenta una pietra miliare nella politica del governo per una vera eguaglianza di tutti gli studenti. Per gli stranieri il nostro obiettivo è consentire a ciascuno di avere una adeguata conoscenza della lingua italiana, primo, fondamentale passo per una reale inclusione. Nelle classi dove gli studenti di origini straniere, e che abbiano importanti carenze nella conoscenza della lingua, siano uguali o superiori al 20%, dal 2025 arriverà un docente adeguatamente formato che affiancherà con lezioni di potenziamento il lavoro di classe. Già da settembre, intanto, le scuole potranno organizzare corsi aggiuntivi extracurricolari di potenziamento grazie a fondi ad hoc del PON.

Il decreto – prosegue il Ministro – costituisce, al tempo stesso, un passaggio di tutto rilievo per una più efficiente impostazione dell’attività di sostegno didattico degli studenti con disabilità. Puntiamo ad ampliare l’organico dei docenti di sostegno specializzati e, insieme, a garantire la continuità didattica ai ragazzi anche nel caso di docenti non di ruolo. Misure concrete, ispirate al criterio del “fare”, per una scuola che sia realmente costituzionale, al servizio di ogni studente».

Le critiche alla legge per l’integrazione degli alunni stranieri

Critiche alle misure per l’integrazione degli studenti stranieri: un’analisi dal punto di vista dei detrattori

Il decreto-legge che mira a favorire l’integrazione degli studenti stranieri nelle scuole italiane ha raccolto anche diverse critiche, soprattutto da parte di chi teme che le misure adottate possano non essere sufficienti o addirittura controproducenti.

Alcune delle principali critiche mosse alla riforma riguardano:

  • La mancanza di risorse: I detrattori sottolineano che il decreto-legge stanzia risorse insufficienti per l’attuazione delle misure previste, come l’assunzione di docenti specializzati e l’organizzazione di corsi di lingua italiana. Temono che la carenza di fondi possa vanificare gli sforzi per l’integrazione degli studenti stranieri.
  • L’approccio unidirezionale: Alcune critiche lamentano un approccio unidirezionale all’integrazione, che pone troppo peso sull’apprendimento della lingua italiana da parte degli studenti stranieri, senza valorizzare adeguatamente la loro cultura e la loro lingua madre. Si teme che questo approccio possa creare un clima di assimilazionismo e di pressione sugli studenti, ostacolando la loro piena partecipazione alla vita scolastica.
  • La stigmatizzazione: Le nuove classi con un alto numero di studenti stranieri potrebbero portare a una stigmatizzazione di queste classi e degli studenti stessi, creando una sorta di “ghettizzazione” all’interno della scuola. Si teme che questo possa aumentare il senso di esclusione e di disagio tra gli studenti stranieri, ostacolando il loro processo di integrazione.
  • L’impatto sui docenti: L’inserimento di docenti specializzati nelle classi con studenti stranieri potrebbe creare un carico di lavoro eccessivo per questi docenti, che si troverebbero a dover gestire classi eterogenee e con esigenze didattiche specifiche. Si teme che questo possa incidere negativamente sulla qualità dell’insegnamento per tutti gli studenti.

Oltre a queste critiche specifiche, alcuni detrattori mettono in dubbio l’intera impostazione del decreto-legge, ritenendo che l’integrazione degli studenti stranieri debba essere affrontata con un approccio più sistemico e di lungo periodo, che coinvolga tutti gli attori della scuola e della società.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it