Il giorno del dialogo. Dopo il mega sciopero che ha coinvolto l’80% circa del personale della scuola, il Partito Democratico incontra sindacati e associazioni promotori della protesta. Qualcosa è già stato modificato in Commissione Cultura, ma in ogni caso è l’art. 21 quello su cui si concentrerà il vero nocciolo della riforma.
La Commissione Cultura alla Camera è impegnata nell’analisi del DDL. Accantonati al momento gli articoli sui quali si concentrerà l’incontro con i sindacati ( articolo 6 sull’organico dell’autonomia e gli albi territoriali, il 7 sulle competenze dei dirigenti scolastici, l’8 che contiene il Piano straordinario di assunzioni, il 9 sul periodo di formazione dei docenti e il 12 che stabilisce il limite di 36 mesi per i contratti di supplenza) sono stati esaminati gli articoli da 1 a 5 e l’art. 10
I tempi
Voto alla Camera il 19 maggio. Poi passerà al Senato, dove potrebbe ancora essere modificata. La riforma dovrebbe essere legge entro metà giugno.
A.S. 2015/16 transitorio
Quello che si profila, anche per i tempi, è dare avvio alla riforma in modo soft (imprenscindibile naturalmente il piano straordinario di immissioni), per poi partire a regime dal 2016/17.
Ciò significherebbe che nell’a.s. 2015/16 i docenti da assumere saranno scelti dagli ambiti territoriali (con dimensione provinciale) per poi passare, entro giugno 2016 alla costituzione delle reti di scuole, a carattere sub provinciale.
Dialogo sì, ma no allo stop
Questo quanto emerso dalla riunione di ieri al Nazareno. La riforma della scuola si deve fare, “non cambia la linea”, ha detto il Ministro, e dichiarazioni dello stesso tenore anche da parte del Sottosegretario, che difende in maniera particolare la figura del Preside Sindaco, seppure si vada verso una modfica soft dei superpoteri.
Art. 21
E’ il vero nucleo del DDL, la delega al Governo in materia di Sistema nazionale di istruzione e formazione.
Quali sono i campi in cui la legge, una volta approvata, attribuirà al Governo libertà di decisione
- riordino delle disposizioni normative (riscrittura del Testo Unico)
- rafforzamento dell’autonomia scolastica
- formazione iniziale degli insegnanti
- riordino classi di concorso
- assunzioni tramite concorso e con graduatorie di durata triennale
- riordino delle modalità di assunzione, formazione, valutazione dei Dirigenti Scolastici
- ridefinizione del ruolo dell’insegnante di sostegno
- revisione degli organi collegiali della scuola
- revisione dei percorsi dell’istruzione professionale
- riforma sistema integrato di educazione e istruzione 0-6
- riordino scuola italiana all’estero
N.B. abbiamo riportato solo una sintesi, le singole deleghe contengono all’interno numerose specifiche.
Ciò vuol dire che i 20 articoli su cui si struttura quella che oggi è chiamata la riforma della scuola di Renzi saranno solo una minima parte di un’altra riforma, su cui ad avere voce in capitolo sarà il Governo, che avrà 18 mesi di tempo dall’entrata in vigore della legge per adottare uno o più decreti legislativi per riordinare tutta questa materia.