Una recente sentenza del Consiglio di Stato porta notizie interessanti e importanti per il personale ATA: nelle graduatorie il Servizio Militare deve valere 6 punti.


Le graduatorie di terza fascia ATA, destinate agli aspiranti alle supplenze sono valide per il triennio 2021/2023 (ai sensi del D.M. 50/2021).

Gli istituti scolastici – che hanno ricevuto le domande telematiche di inserimento/aggiornamento delle posizioni in graduatoria – hanno valutato le istanze, redigendo le graduatorie degli idonei.

Il posizionamento in graduatoria è dipeso dal punteggio posseduto, frutto dei titoli e servizi.

Questo fatto ha generato polemiche soprattutto in virtù del fatto che sono emerse valutazioni contrastanti sul servizio militare ai fini del punteggio per le graduatorie ATA.

Consiglio di Stato: il Servizio Militare deve valere 6 punti per gli ATA

Una recente sentenza del Consiglio di Stato, adesso, fornisce importanti chiarimenti e rimette in discussione la valutazione del medesimo ai fini dei punteggi.

In sintesi la sentenza emessa dal Consiglio di Stato del 9 gennaio scorso ha riconosciuto che anche il servizio militare prestato non in costanza di nomina deve essere valutato per intero, e per un massimo di 6 punti per ogni anno, al pari di quello prestato in costanza di nomina.

Il ricorso dunque dei ricorrenti è stato accolto dal Consiglio di Stato: pertanto i punteggi dei ricorrenti e degli altri soggetti interessati dovranno essere aggiornati in base alla decisione presa dai giudici amministrativi.

Le dichiarazioni del Sindacato Feder A.T.A.

Queste le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Nazionale di FederATA, Giuseppe Mancuso, dopo il deposito della sentenza da parte del Consiglio di Stato del 9 gennaio.

Il Consiglio di Stato, decidendo in via definitiva sull’appello di 23 ricorrenti iscritti a Feder.ATA, con sentenza pubblicata in data odierna 9.1.2023 ha dato ancora una volta ragione al nostro Sindacato, afferma Mancuso, riconoscendo così che anche il servizio militare prestato non in costanza di nomina deve essere valutato per intero, e per un massimo di 6 punti per ogni anno, al pari di quello prestato in costanza di nomina.

La decisione, che è di segno contrario rispetto alla sentenza del 29 dicembre scorso, a cui tutte le testate giornalistiche on line hanno dato risalto il giorno stesso del deposito, conferma la tesi che abbiamo sempre sostenuto, vale a dire che è discriminatorio premiare con 6 punti chi ha svolto il servizio militare (o servizio equiparato) in costanza di nomina rispetto a chi, per varie ragioni, ha svolto il medesimo servizio in tempi diversi.

Peccato, dichiara Mancuso, che nessun organo di stampa alla data odierna, non abbia dato risalto alla nostra sentenza favorevole. Evidentemente hanno paura che FederATA possa diventare un sindacato degli ATA forte ed unico riferimento nazionale del personale ATA.

Abbiamo vinto, continua Mancuso, anche al tribunale di Trapani. I nostri iscritti stanno tutti lavorando grazie alla rettifica del punteggio”.

 


Fonte: Feder.A.T.A.