miurNell’incontro del 10 novembre, al Miur, con all’ordine del giorno i criteri per la definizione degli ambiti territoriali ed il calendario per la prosecuzione della trattativa, è subito emersa la distanza incolmabile tra ciò che intende fare l’Amministrazione e ciò che pensano le organizzazioni sindacali.

 

 

La posizione dell’Amministrazione

 

 

La legge 107/15 (comma 66) affida agli Uffici Scolastici Regionali la definizione degli ambiti territoriali, sentiti la regioni e gli EE.LL., mentre al Miur compete dare le indicazioni di carattere generale. Solo che il Miur, in merito e in apertura dell’incontro, non ha presentato alcuna proposta o criterio di orientamento, sostenendo che la finalità della riunione era quella di ascoltare istanze e indicazioni da parte del sindacato, auspicando spirito collaborativo.

 

 

La posizione della FLC CGIL

 

 

Abbiamo espresso la nostra totale indisponibilità a concordare con il Miur gli eventuali criteri per definire gli ambiti territoriali intendendo continuare sul terreno del contrasto per eliminare questa misura insidiosa, che mette a rischio sia i diritti acquisiti sia la libertà di insegnamento, legata com’è alla cosiddetta “chiamata diretta”. Su questi provvedimenti faremo una decisa opposizione ritenendo gravissima, per il diritto all’apprendimento degli alunni, la messa a mercato dei docenti.

 

Inoltre la FLC CGIL, assieme a tutte le altre organizzazioni sindacali, ha stigmatizzato come pilatesco, inaccettabile e irresponsabile l’atteggiamento del Miur che, in maniera provocatoria, si presenta senza avanzare alcuna proposta, salvo affermare che per l’amministrazione l’applicazione della legge, e quindi l’attivazione degli ambiti territoriali, è un atto dovuto. La FLC ha poi ribadito con forza, ancora una volta, la propria contrarietà all’introduzione degli ambiti territoriali con la correlata perdita del diritto ad avere una titolarità di scuola stabile. Questo perché è inammissibile la connessa proposta di incarico triennale ai docenti assegnati all’ambito territoriale da parte dei Dirigenti Scolastici, in quanto lede il diritto costituzionale alla libertà d’insegnamento, stravolge il rispetto dei diritti dei docenti a scegliere la scuola dove lavorare sulla base del proprio punteggio, il tutto a favore dell’introduzione di elementi non trasparenti e passibili di discrezionalità e clientelismo. Inoltre la perdita progressiva della titolarità per tutti i docenti, fa venire meno uno dei punti di qualità delle istituzioni scolastiche, ovvero la stabilità nel tempo del personale docente titolare nella scuola.

 

Rispetto alla proposta dell’Amministrazione la FLC CGIL, assieme agli altri sindacati, ha chiesto dinon procedere sin dal prossimo anno alla costituzione degli ambiti territoriali, visto che anche la stessa legge ne prevede la definizione con il coinvolgimento reale (e non finto) delle Regioni e degli enti locali entro il mese di giugno, ovvero una data non compatibile con la presentazione delle domande e con l’avvio regolare del prossimo anno scolastico.

 

I sindacati, hanno chiesto che si effettui la mobilità per il prossimo anno scolastico con le vecchie regole, rinviando l’attivazione delle novità della legge 107 sulle operazioni del 2017-2018 e aprendo a tutti la possibilità di accedere a mobilità sia per le diverse province che per le singole scuole

 

L’amministrazione, che appare non in grado di sostenere le contraddizioni che l’applicazione della 107 continua a far emergere, non si deve aspettare avallo o collaborazione da parte del sindacato in merito agli ambiti territoriali; da parte nostra rivendichiamo il diritto ad una corretta informazione preventiva sugli atti di competenza del Miur e totale trasparenza sui criteri che saranno adottati. In ogni caso il sindacato rivendica il diritto a contrattare le regole sulla mobilità e ad avviare la trattativa quanto prima.

 

Al termine dell’incontro si è stabilito anche un fitto calendario di incontri successivi, a partire del prossimo giovedì pomeriggio 12 novembre.