Esattamente 11 mesi fa l’Amministrazione del CNR informava la Rete scientifica che, in attuazione di quanto disposto dal DLgs 98 del 6 luglio 2011, dal giorno 14 maggio 2015 sarebbe stata bloccata la disponibilità dei fondi residui FFO accantonati fino al 2012. Il tutto senza alcun preavviso di esecuzione della norma.
Lo scorso 31 marzo, con un provvedimento del Direttore Generale, è stata disposta l’acquisizione a bilancio, come economie di spesa per l’esercizio 2015, delle disponibilità residue relative agli esercizi finanziari fino al 2011, generate da fonti diverse dal FOE e destinate all’esecuzione di programmi o progetti da perfezionare entro un determinato arco temporale nonché delle disponibilità residue relative agli esercizi finanziari fino al 2013 generate dal FOE e destinate all’esecuzione di programmi o progetti e le stesse fino al 2014 esclusivamente per le disponibilità assegnate all’Amministrazione centrale. Questa volta non in attuazione della norma sulla perenzione dei fondi residui, ma in base a quanto previsto dall’art. 28 comma 4 del Regolamento di Contabilità e Finanza del CNR.
Non si tratta quindi dell’esecuzione di un obbligo di legge, ma di una precisa scelta di indirizzo che si esplica in virtù di una previsione regolamentare. Anche questa volta non vi è stato alcun preavviso, e non solo: è stato vanificato tutto il faticoso lavoro effettuato nell’autunno dello scorso anno con la stesura dei Piani di Gestione che avrebbero dovuto legare le risorse residue a specifici progetti di Istituto.
La Comunità Scientifica del CNR vive oramai da anni in un grave stato di difficoltà non ricevendo alcun finanziamento alla attività di ricerca da parte dell’Ente e dovendo anzi provvedere con i fondi reperiti all’esterno a coprire anche alcune spese ordinarie e sopperire alle carenze di organico.
A questa situazione di disagio, a cui i vertici dell’Ente non sanno dare alcuna risposta, si aggiunge lo sconforto di fronte ad un atteggiamento dell’Amministrazione finalizzato a sottrarre quanto accantonato negli anni per poter sopravvivere ad una condizione di perenne definanziamento.
La FLC CGIL chiede che tali risorse siano riconsegnate ai gruppi di ricerca onde evitare che siano costretti ad interrompere le proprie attività, già programmate nei PdG.
La FLC CGIL si augura che il Presidente, nel corso del suo incontro con il Personale, dia qualche positiva indicazione in tal senso e soprattutto chiarisca le ragioni che hanno spinto il Direttore Generale a emanare tale disposizione.