Si teme un nuovo ritorno alle classi “pollaio”, tanto frequenti e tanto odiate in epoca pre-Covid, e che nel post pandemia rischiano di diventare ancora una volta la prassi.
Le classi pollaio, dunque, rischiano di diventare ancora più “pollaio ” che in precedenza.
Una situazione che già da settembre potrebbe diventare esplosiva e potrebbe essere difficile da sostenere per alunni, insegnati e famiglie.
Il ritorno delle classi “pollaio” nel post Covid?
Ma cosa si intende per classi “pollaio”? Si tratta di una classe che contiene oltre il limite di alunni previsto dalla normativa scolastica vigente.
Ma qual è il limite oltre il quale una classe può definirsi “pollaio“?
Dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009 i limiti sono i seguenti:
- 26 alunni massimo per le classi nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie;
- 27 alunni nelle secondarie di primo grado;
- 30 nelle secondarie di secondo grado.
Numeri alla mano già l’anno scorso, durante il secondo anno scolastico sotto pandemia, erano quasi 14 mila le classi pollaio, gremite da 27 fino a 40 alunni.
Al primo anno delle superiori le classi pollaio sono il 15% del totale, nei licei scientifici addirittura una su quattro, con anche 40 studenti in aula.
Un problema che è esploso dato che a scuola non è più obbligatorio il metro di distanziamento. E che nell’epoca post Covid probabilmente diventerà nuovamente un’amara “normalità”.
L’allarme dell’Associazione Nazionale dei Presidi
“Non abbiamo imparato nulla dall’emergenza. Non dovevamo migliorare? E invece niente. Dopo due anni di aule senza ragazzi ammassati torneremo alle classi pollaio”.
A lanciare l’allarme è la presidente dell’Associazione nazionale presidi della Regione Lazio, Cristina Costarelli in una dichiarazione rilasciata a Il Fatto Quotidiano.
“La logica del periodo emergenziale si è limitata a quella contingenza. Nulla è stato messo a sistema. È un po’ come quanto è accaduto con gli psicologi. Sono stati una meteora […] Con la fine dell’emergenza se dobbiamo individuare degli spazi in più per una scuola, lo dobbiamo fare rispettando tutti i parametri di Legge e verificando la presenza dei diversi certificati di staticità e altro”.
Morale della favola? Molti istituti dovranno accontentarsi degli spazi che avevano prima del Covid o attendere gli interventi per rendere agevoli le classi.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it