La legge n.104/92, come è noto, concede dei benefici ai soggetti disabili e a chi si occupa di un disabile in situazione di gravità.
Tali benefici, previsti dagli articoli 21 e 33 comma 6 (disabilità personale) e dall’articolo 33 comma 5 e 7 (personale che assiste disabili in situazione di gravità) sono:
- fruizione di 3gg retribuiti di permesso;
- fruizione di due anni di congedo straordinario retribuito per assistenza al disabile in situazione di gravità;
- superamento del blocco dei tre anni di permanenza nella provincia di assunzione;
- precedenza nell’attribuzione della sede sia per l’assegnazione provvisoria che per il trasferimento;
- esclusione dalla graduatoria d’Istituto per individuare i perdenti posto.
Purtroppo, di detti benefici se ne è abusato, tanto che, soprattutto in provincia di Agrigento, sono scoppiati diversi scandali, sfociati in indagini giudiziarie che hanno condotto al rinvio a giudizio di docenti e medici.
Ultimo scandalo, in ordine di tempo, è scoppiato lo scorso anno scolastico presso l’I.C. S. Bivona di Menfi (AG), dove 70 insegnanti su 160 risultano disabili o assistenti di soggetti in situazione di grave disabilità.
In seguito ai fatti accertati nella scuola sopra citata, il MIUR ha avviato un monitoraggio dal quale emergono dei dati significativi, che mettono in rilievo delle differenze notevoli tra settore pubblico (scuola nello specifico) e privato, tra docenti di ruolo e precari, tra Regioni e Regioni.
Detti dati sono stati diffusi dal sottosegretario Davide Faraone, il quale si era recato in prima persona a Menfi (AG) insieme agli ispettori dell’USR Sicilia.
I lavoratori che usufruiscono dei benefici sopra citati sono più di 3 milioni; nel settore privato, la percentuale è dell’1,5% sul totale dei lavoratori, mentre nel settore pubblico e, specificatamente, nella Scuola la percentuale è del 13%. Una differenza notevole, la cui spiegazione non può essere certo esclusivamente medica.
Alle differenze tra settore privato e Scuola, se ne aggiungono altre interne alla settore scolastico stesso: i docenti di ruolo beneficiari della 104 o disabili ammontano al 10% del totale, mentre la percentuale relativa ai docenti precari scende al 5%. Un’altra differenza riguarda la distribuzione regionale: ad esempio, la percentuale dei docenti delle scuole della Sardegna è del 18,27%, mentre in Piemonte dell’8,6%.
Le percentuali dei disabili o beneficiari della legge in questione aumentano in modo notevole, se analizziamo la situazione del personale non docente, cioè del personale ATA; dette percentuali raggiungono punte massime in Umbria ( 26,3%) e in Lazio (24,8%).
La situazione fotografata dal monitoraggio del Miur evidenzia delle percentuali assai elevate che, come hanno dimostrato le indagini della magistratura e alcuni provvedimenti dell’AT di Agrigento (che ha revocato diversi provvedimenti di trasferimento e assegnazione provvisoria ottenuti grazie ai detti benefici), sono frutto di abusi e, spesso, della compiacenza delle commissioni mediche rilascianti certificazioni di disabilità con troppa “facilità”.
Il fenomeno, oltre a rivelarsi moralmente indegno, non può far altro che danneggiare il personale che ha tutti i requisiti (reali) per accedere ai benefici sopra riportati.