Dopo l’incontro tra ARAN e sindacati per il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca ci sono novità sull’entità degli aumenti stipendiali per il personale scolastico?
La proposta – come riporta la FLCGIL – rimane quella di un aumento mensile di 85 euro medi. L’aumento medio mensile è stato tradotto in una percentuale facendo coincidere l’aumento con una progressione del 3,48% della retribuzione di ogni lavoratore, prendendo come riferimento la retribuzione media del comparto e applicando ad essa la percentuale stabilita. Il tavolo dovrà individuare, come già fatto, nel caso delle funzioni centrali meccanismo di perequazione per andare a coprire le categorie che hanno retribuzioni più basse.
L’ARAN non può andare al di là delle somme già stanziate, pertanto le richieste sindacali di portare in busta paga anche le somme derivanti da bonus merito e bonus 500 euro dovranno essere sottoposte a verifica politica, dato che l’atto di indirizzo del comparto non le prevede.
L’ipotesi più gettonata – riferisce il Messaggero – è quella di utilizzare il metodo della piramide rovesciata, per cui gli stipendi più alti non riceverebbero l’aumento di 85 euro, che andrebbe invece ai salari più bassi. Inoltre, potrebbe essere utilizzata una cifra «una tantum» che oscilla tra i 21 e i 25 euro da inserire nelle buste paga.
Per fare ciò però però gli scatti dovrebbero partire dal mese di marzo, in modo da recuperare in questo modo le cifre. Insomma, il personale della scuola si autofinanzierebbe l’aumento. Inoltre, tale cifra interesserebbe solo il 2018. Dal 2019 l’aumento ritornerebbe ad essere quello di 85 euro medi, non per tutti. Fino alla prossima trattativa.