I dati più recenti della Fondazione Openpolis sull’offerta di posti negli asili nido in Italia rivelano una crescita graduale, ma persistenti divari regionali e territoriali per il Sud e le aree interne.
Gli obiettivi europei di Barcellona, che fissano al 33% la copertura di posti negli asili nido per i bambini sotto i 3 anni, sono ancora lontani dall’essere raggiunti a livello nazionale. Nonostante un calo nella mancanza di punti rispetto all’obiettivo europeo (ora a soli 5 punti), l’Italia ha ancora un lungo cammino da percorrere.
Le istituzioni dell’Unione Europea hanno recentemente aggiornato gli obiettivi al 45%, evidenziando la necessità di un impegno più significativo per garantire l’accesso all’educazione per la prima infanzia entro il 2030. Gli Stati con una copertura inferiore al 20% sono chiamati a migliorare del 90%, mentre quelli tra il 20% e il 33%, come l’Italia, devono migliorare del 45% o raggiungere la soglia del 45%.
Asili nido in Italia: Sud e aree interne restano indietro
Sebbene l’Italia abbia visto una crescita nell’offerta potenziale negli ultimi dieci anni, i divari territoriali persistono.
Nel 2021, il numero di posti disponibili è salito a 28 ogni 100 bambini sotto i 3 anni, un leggero aumento rispetto al 2020. Tuttavia, nonostante questo incremento, il Sud e le aree interne del paese restano notevolmente distanti dalla media nazionale.
Le regioni del centro-nord superano già il 33% (Umbria, Emilia Romagna, e Valle d’Aosta), mentre il mezzogiorno fatica a raggiungere la media nazionale, con Calabria, Sicilia e Campania al di sotto del 15%.
I dati nelle province e nei comuni
Analizzando i dati a livello provinciale, emergono situazioni eterogenee. Alcune province dell’Emilia Romagna, come Ravenna, Bologna e Ferrara, superano addirittura il nuovo obiettivo europeo del 45%.
Infine le città maggiori presentano differenze interne significative. Alcune, come Nuoro, Ferrara e Siena, superano abbondantemente il 50% di copertura, mentre grandi città del mezzogiorno come Barletta, Catania e Messina si fermano al di sotto del 10%.
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Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it