Asili nido, materne e primarie aperti anche in zona rossa? Per supportare i genitori in questo momento di difficoltà potrebbe essere uno degli scenari possibili. Scopriamone di più.
Riportare gli alunni più piccoli in classe dopo Pasqua anche in zona rossa, modificando il Dpcm.
Questa è la proposta del ministro della Famiglia, Elena Bonetti, secondo cui alla luce delle vaccinazioni bisogna “rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e quella primaria“.
Un’ipotesi che va incontro alle richieste dei genitori e che si avvicina idealmente a un nuovo studio che afferma che non c’è correlazione tra contagi e lezioni in presenza.
Asili nido, materne e primarie aperti in zona rossa? L’impegno del Ministro Bonetti
“La scuola è chiusa nelle regioni rosse e mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell’ infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado. Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria”.
A dirlo, come abbiamo anticipato, è la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti a SkyTg24.
Nel frattempo alcuni studi – in particolare uno su dati Miur incrociati con quelli delle Ats e della Protezione civile – sostengono che non c’è alcuna correlazione tra lezione in presenza e crescita dei contagi.
Secondo quest’ultima ricerca, infatti, analizzando i tassi di contagio della popolazione per fasce d’età a partire dai mesi autunnali, l’incidenza di positivi tra gli studenti è inferiore di circa il 40% per le elementari e medie e del 9% per le superiori rispetto a quella della popolazione generale. A fronte di un elevato numero di test effettuati ogni settimana negli istituti, meno dell’1% dei tamponi eseguiti sono risultati positivi.
Anche questo, pertanto, spinge in una direzione di riapertura.
L’opinione del Direttore dello Spallanzani
Ad unirsi a questo coro è il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.
“Proporrò all’assessore regionale di cominciare dallo Spallanzani dove c’è un asilo nido. Vorrei riaprirlo e consentire ai colleghi che lavorano nell’istituto di poter portare in serenità i loro figli. […] Noi dobbiamo far uscire il Paese dalla depressione. Gli italiani sono stanchi, sfiduciati. Il mio pensiero va soprattutto alle giovani famiglie con i bambini che frequentano l’asilo e le scuole primarie. Mi rivolgo al decisore politico: pensiamo alle donne che lavorano e fanno tanta fatica in questo momento”.
L’appello della Rete EduChiamo
Infine arriva anche l’appello, tramite decine e decine di lettere, che la rete “EduChiamo”, federazione di gestori di asili nido, educatori e genitori, ha deciso di raccogliere, per spingere il Governo a far tornare in funzione, anche nelle zone rosse, i servizi dell’infanzia.
In uno dei tanti appelli rivolti alle istituzioni, il Comitato aveva espresso così la sua opinione:
“E’ possibile rispondere alle esigenze degli adulti che devono tornare al lavoro solo se viene garantito un lavoro di alta qualità di coloro che dovranno prendersi cura dei loro figli.”
Per questo motivo la Rete adesso sollecita la riapertura dei plessi scolastici, supportati a maggior ragione dagli studi scientifici:
Felici di aver contribuito alla divulgazione della verità scientifica.
Ora non ci sono più dubbi e senza indugio tutta Italia si aspetta la riapertura delle scuole.
Prof Bianchi da qui non si torna indietro!
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it