Secondo un recente dossier curato dalla Svimez con il PNRR, allo stato attuale, si rischia di non risolvere le disparità tra regioni per quanto riguarda asili e infrastrutture scolastiche.
La Svimez, l’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa dello sviluppo industriale del Mezzogiorno, nel monitoraggio periodico dei finanziamenti e dell’attuazione del PNRR ha elaborato uno studio sulla capacità del Piano di promuovere l’equilibrio territoriale.
Gli investimenti del PNRR ambiscono a sanare i divari tra Regioni con progetti “nuovi” e “in essere”: ma nonostante la riduzione del gap tra Nord e Sud sia tra le principali finalità del Next Generation EU, il Piano italiano non ha fissato obiettivi di convergenza, limitandosi a stabilire target nazionali di nuovi posti asili nido e di miglioramento delle infrastrutture scolastiche.
Scopriamo nel dettaglio i contenuti di questo dossier.
Asili e infrastrutture scolastiche: secondo la Svimez il PNRR non basta
Le analisi si avvalgono delle informazioni desumibili dai decreti di riparto e dalle graduatorie dei progetti presentati dagli enti territoriali ammessi a finanziamento consultabili dal sito “FUTURA – La scuola per l’Italia di Domani”.
In modo particolare si fa riferimento alle seguenti cinque linee di investimento di titolarità del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito):
- Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia
- Piano di estensione del tempo pieno e mense
- Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole
- Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole
- Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici
Secondo quanto emerso da questo rapporto, i valori degli indicatori relativi a scuole e asili, quando si tratta delle regioni meridionali, sono notevolmente più bassi rispetto al Centro-Nord.
Si rilevano anche grandi differenze interne alle macro-aree (asili nido, mense, palestre, riqualificazione dell’edilizia scolastica e costruzione di nuove scuole).
Gli 11 miliardi previsti dal Fondo Next Generation Ue rappresentano un’occasione per rimediare al divario, ma è necessario riesaminare gli investimenti, nella speranza che non sia già troppo tardi.
Il testo completo dello Studio Svimez
Potete consultare qui il documento completo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it