annotazioneL’augurio di inizio anno scolastico di Domenico Pantaleo, Segretario generale della FLC CGIL.

 

Le misure della legge 107/2015 mettono in discussione valori fondamentali della Costituzione. È evidente l’attacco alla contrattazione e il tentativo di cancellare la funzione democratica degli organi collegiali e delle RSU. Per queste ragioni i contenuti della legge su valorizzazione professionale, organizzazione e salario richiedono un’opera immediata di neutralizzazione che solo una costante e capillare presenza di contrasto e proposta alternativa può portare a risultato.

 

Il documento va in questa direzione. Nasce come documento unitario con le altre sigle sindacali più importanti e l’unità è stata agevolata dalla chiara coscienza che tutti conoscono i rischi che la scuola corre con l’introduzione di questa nuova legge, propagandata come una grande riforma dal governo ma che sta determinando iniquità e confusione finanche nel piano di immissioni in ruolo.

 

Nel documento troverete le principali indicazioni dei comportamenti, pienamente legittimi, che potrete mettere in atto per evitare che la legge sulla buona scuola arrechi grave pregiudizioa voi e alla scuola nella quale lavorate. La legge, voluta caparbiamente dal Governo malgrado la nostra opposizione nel Paese, nel Parlamento e nelle altre istituzioni, disegna un’organizzazione scolastica ingestibile, inadeguata ai nostri tempi, autoritaria e verticistica. Colpisce le buone pratiche educative, la collegialità, la partecipazione. Crea uno stato di insofferenza, diremmo quasi sentimenti di irritazione e di ribellione nei docenti e nel personale della scuola, quando invece chi opera principalmente in un campo delicato come quello educativo avrebbe bisogno almeno di una serena e tranquilla compartecipazione e condivisione del suo lavoro.

 

L’hanno chiamata “Buona scuola”, l’hanno definita una riforma. Ma una vera riforma va verso una qualificazione del servizio, verso un rinnovamento culturale e didattico, prevede uno sviluppo e un miglioramento sociale sia delle condizioni del personale sia dell’utenza. Questo concetto di miglioramento è purtroppo estraneo allo spirito di questa legge che distorce i ruoli, a partire da quello del Dirigente, e marginalizza gli organi democratici di gestione. Ma evitiamo di insistere ancora su tutto ciò perché ormai queste sono cose note. Non solo, in questi giorni di riapertura dell’anno scolastico si comincerà a toccarle con mano. Ora che il danno è stato fatto, per evitare che tutto ricada sulla scuola, occorre però che insieme troviamo la forza di reagire contrastando le conseguenze negative.

 

Chiediamo a tutti di rivendicare con orgoglio il loro ruolo professionale, a cominciare dalla libertà di insegnamento fino al diritto di esercitare la critica culturale e politica. Uno dei nostri obiettivi èpreparare le nostre RSU a una battaglia di lunga lena da condurre non solo in sede contrattuale, ma anche nei Collegi dei Docenti, nei Consigli di istituto, nelle assemblee ATA, nelle interlocuzioni con genitori e studenti. Con l’accortezza, in ogni caso, che esse agiscano sempre in qualità di Docente/ATA nei luoghi decisionali e di dibattito sopra citati, senza mai smarrire la distinzione delruolo che deve contraddistinguere la dimensione professionale da quella sindacale. E con l’assunzione di una nuova responsabilità, quale quella di orientare i nostri iscritti e simpatizzanti, laddove la RSU non potrà operare direttamente negli organi collegiali e nelle sedi citati.

 

Il documento qui pubblicato, come del resto tutti i materiali che comunque potrete trovare sul nostro sito, sono il frutto di un intenso lavoro svolto da metà luglio a fine agosto dal Dipartimento, dalle compagne e dai compagni del centro nazionale che ne hanno curato l’elaborazione e i dettagli. Un lavoro quindi realizzato nei mesi estivi ma a cui non potevamo sottrarci, proprio per mettere le strutture e i militanti nelle condizioni di svolgere al massimo delle potenzialità, fin dalla ripresa scolastica, una battaglia che si prospetta dura, aspra e complessa. E che noi abbiamo il dovere di fare non solo e non tanto per la tenuta e la credibilità del nostro Sindacato, ma anche e soprattutto per la scuola italiana che è parte della battaglia per la difesa e lo sviluppo democratico del nostro Paese. Già a settembre intendiamo aprire il confronto per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da anni. In assenza di risposte occorre allargare il fronte delle lotte fino allo sciopero unitario di tutto il pubblico impiego. Un primo risultato a cui siamo giunti con lotte e ricorsi è stata la sentenza della Corte costituzionale che deve essere rispettata dal Governo rinnovando i contratti.

 

Intanto la mobilitazione continua a continuerà fuori e dentro le scuole, con assemblee, manifestazioni, presidi dinnanzi ai luoghi delle decisioni politiche, impugnative legali, contrasto nell’applicazione dei meccanismi più deleteri (come il premio senza regole per i docenti).

 

È insieme che si fa davvero una buona scuola, non nel chiuso delle stanze da politicanti miopi. Insomma il nostro cammino non si è mai arrestato. E prosegue.

 

Buon anno scolastico a tutti.