Sono una parte dei 200mila amministrativi, tecnici e ausiliari che svolgono incarichi aggiuntivi (come le cura degli alunni disabili), nei nostri 8.400 istituti: a tale scopo hanno anche superato un apposito concorso per dimostrare la competenza per svolgere le più impegnative mansioni quotidiane. Ora arriva la doccia fredda: per il Ministero dell’Economia, dal 1° gennaio 2015 non vanno più pagati.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): si vuole fare “cassa” anche sui dipendenti che si assumono responsabilità ulteriori e svolgono compiti di particolare responsabilità, come l’assistenza agli alunni disabili, rischio e spesso in condizioni di disagio. Bisogna ripristinare il diritto: l’emendamento contro la Legge Tremonti 122/2010 è pronto, lo presenteremo entro martedì 20 gennaio. In caso contrario siamo pronti a ricorrere dinanzi al giudice nazionale.

Governo e amministrazione scolastica continuano a mostrare disinteresse per i diritti degli oltre 200mila assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola. Rimane inspiegabile come mai nella ‘Buona Scuola’ del Governo non vi sia alcun riferimento al prezioso operato del personale non docente, che permette il regolare funzionamento dei nostri 8.400 istituti autonomi. Come si fa a parlare di rilancio di istruzione pubblica, ignorando una delle parti fondamentali per la sua organizzazione, assistenza, sorveglianza e pulizia? Allo stesso modo, a dispetto di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea a fine novembre, rimane un mistero la mancanza di 40mila unità di personale Ata, con oltre 36 mesi di servizio svolto, nel piano “straordinario” di 150mila assunzioni già finanziato con la Legge di Stabilità approvata il 23 dicembre scorso.

A queste ingiustizie, si aggiunge quella del mancato finanziamento degli incarichi aggiuntivi (come le cura degli alunni disabili), assegnati a una buona fetta del personale Ata, che a tale scopo ha anche superato un apposito concorso per dimostrare la competenza per svolgere le più impegnative mansioni quotidiane: in questi giorni il Ministero dell’Economia ha fatto sapere che per le mansioni assegnate a partire dal 1° settembre scorso, non verrà riconosciuto alcun compenso, tranne un esiguo pagamento forfettario solo per il periodo settembre-dicembre 2014. A partire da gennaio 2015, in pratica, si perderà ogni diritto di assegnazione del compenso dovuto per le prestazioni aggiuntive. Con il personale che, pur continuando a svolgere mansioni suppletive, dovrebbe dire addio alle cosiddette “posizioni stipendiali”.

A questo punto la domanda nasce spontanea: perché il Miur non ha comunicato ad inizio anno scolastico a tutti i dirigenti scolastici che al personale Ata in godimento della posizione economica (visto che non li avrebbe retribuiti) non si dovevano assegnare i maggiori incarichi previsti dalla tale posizione? Secondo il sindacato Anief si tratta di una situazione inaccettabile: occorre rispettare la dignità professionale di questi lavoratori e assumersi l’impegno di corrispondere a tutto il personale Ata interessato quanto dovuto.

A questo punto, Anief chiede al Governo di intervenire con il decreto mille-proroghe 2015 e a tale scopo invia un emendamento che tamponi l’emergenza, prorogando al 31 agosto 2015 l’emolumento una-tantum avente carattere stipendiale di cui all’art. 1-bis del decreto legge 23 gennaio 2014, n.3, convertito con modificazioni dalla legge 19 marzo 2014, n.41: l’emendamento intende superare il blocco introdotto dall’art. 9 comma 1 della Legge 122/2010 (Legge Tremonti) che, secondo il Mef, non consente il riconoscimento del beneficio economico.In questo modo, si vuole evitare che ai dipendenti della scuola che hanno ottenuto la prima e seconda posizione stipendiale del personale Ata, a seguito del superamento di una procedura concorsuale, per cui è prevista la frequenza di un apposito corso di formazione e il superamento di una ulteriore prova conclusiva, non venga riconosciuto l’aumento stipendiale.

“Questo personale, proprio in virtù dell’attribuzione della posizione economica, rispetto alle attività e mansioni espressamente previste dall’area di appartenenza – ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – , ha svolto degli incarichi specifici che, nell’ambito dei profili professionali hanno comportato l’assunzione di responsabilità ulteriori e lo svolgimento di compiti di particolare responsabilità, come l’assistenza agli alunni disabili, rischio e spesso in condizioni di disagio, necessari per la realizzazione del piano dell’offerta formativa, come descritto dal piano delle attività”.

“Ma così come denunciammo a suo tempo il blocco degli aumenti stipendiali, anche stavolta lo stop non può e non deve riguardare le posizioni economiche: è un atto palesemente illegittimo che intende annullare con un colpo di spugna, la primae secondaposizione economica di cui all’articolo 2, commi 2 e 3, della sequenza contrattuale 25 luglio 2008, ottenute attraverso una prova concorsuale. Pertanto, entro il 20 gennaio, Anief presenterà il proprio emendamento, risolutivo della questione e qualora non dovesse essere recepito dal Governo nel decreto mille-proroghe, siamo pronti ad adire il giudice nazionale per l’ottenimento di una sentenza che ripristini il diritto di tutti i lavoratori ATA interessati. Con l’occasione chiediamo a costoro di candidarsi come RSU nelle liste Anief: insieme –conclude Pacifico – vinceremo questa battaglia”.

Chi è interessato a ricorrere sin d’ora con il sindacato può scrivere a posizione.ata@anief.net.

 

 

 

FONTE: ANIEF – Associazione Sindacale Professionale

 

 

quota scuole