buonaSono 90 gli emendamenti, al disegno di legge n. 2994, presentati oggi dall’Anief a Montecitorio nel corso dell’audizione tenuta dal sindacato nella Sala del Mappamondo, davanti alle commissioni congiunte Cultura e Istruzione di Camera e Senato: tra le proposte presentate c’è l’accesso alla mobilità per i neo-assunti, l’assunzione immediata di tutti i docenti precari delle GaE e della seconda fascia in graduatoria d’Istituto (da trasformare in permanenti), l’immissione in ruolo di 10mila Ata su altrettanti posti vacanti e quindi la stabilizzazione di tutto il personale con 36 mesi di servizio svolto su posto vacante. Richiesto poi l’obbligo formativo sino a 18 anni, il ripristino del maestro prevalente su moduli e del docente specialista di lingua inglese in organico di diritto. Nel piano di immissioni in ruolo vanno anche inclusi tutti i docenti risultati idonei e abilitati con riserva. Espresso il no categorico alla nuova governance della scuola, con i dirigenti scolastici che verrebbero trasformati in despoti e promotori della illegittima chiamata diretta del personale. Anief ha inoltre chiesto ai parlamentari la parità di trattamento del personale di ruolo e a tempo determinato, come indicato dalla Corte di Giustizia europea, anche per l’ambito retributivo. Come va risolta con estrema celerità l’incredibile questione di migliaia ‘Quota 96’ ancora bloccati in servizio per un errore, da tutti ammesso, nella Legge Monti-Fornero. Nella delicata fase di riordino delle disposizioni normative in materia di Sistema nazionale di istruzione e formazione va, infine, resa obbligatoria la consultazione del Consiglio superiore della pubblica istruzione.

 

Marcello Pacifico (presidente Anief): la riforma va cambiata, altrimenti si creeranno squilibri ancora più evidenti nell’organizzazione della scuola italiana che si ripercuoteranno negativamente sui livelli di offerta formativa. Siamo particolarmente preoccupati per l’eccessivo potere conferito ai dirigenti scolastici, che potranno effettuare anche la chiamata diretta del personale: un progetto incostituzionale, già cassato dalla Consulta.

 

“Con il disegno di legge n. 2994 il Governo è riuscito a mettere tutti contro tutti: questa riforma va cambiata, altrimenti si creeranno squilibri ancora più evidenti nell’organizzazione della scuola italiana che si ripercuoteranno negativamente sui livelli di offerta formativa”. Così Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, ha oggi concluso il suo intervento nella Sala del Mappamondo di Montecitorio, nel corso dell’audizione tenuta dal sindacato davanti alle commissioni congiunte Cultura e Istruzione di Camera e Senato.

 

“È esemplare quello che sta accadendo con le assunzioni dei precari: nella relazione tecnica della Legge di Stabilità 2015 – ha detto Pacifico – si prevedeva un piano di 150mila immissioni in ruolo, ma da qualche giorno abbiamo saputo, da un’altra relazione tecnica, che lo stesso piano è sceso a 100mila assunzioni: vorremmo capire cosa è successo in questi ultimi otto mesi. E anche capire perché il Miur aveva annunciato un censimento sui posti vacanti, da concludere entro il 31 dicembre, ma poi non è stato fatto”.

 

Nella memoria del giovane sindacato, è indicato il percorso che permetterebbe di attuare da subito molte più assunzioni di quelle accordate: prima di tutto si dovrebbe ripristinare il tempo scuola tagliato con la riforma Gelmini in tutti gli ordini di studi. Poi si dovrebbero mantenere in vita le graduatorie ad esaurimento, da cui effettuare il 50% delle assunzioni, e fare una verifica effettiva dei posti liberi sull’organico di fatto, attraverso il promesso censimento: si scoprirebbe, in tal modo, che ci sono 40mila posti, assegnati a supplenza, da trasformare dal 30 giugno al 31 agosto, quindi utilizzabili per le assunzioni. Altrettanti, altri 40mila posti, sono quelli liberi per il sostegno, ma assegnati quest’anno in deroga, la cui inclusione nel piano di immissioni in ruolo è fondamentale per garantire il diritto agli alunni disabili costituzionalmente protetto. Ulteriori 20mila posti deriverebbero dall’introduzione dell’obbligo formativo sino a 18 anni, già applicato in diversi paesi europei e di tutto il mondo.

 

“Per la collocazione dei docenti su tali posti – ha detto il presidente Anief – non bisogna dimenticare che vi sono circa 70mila docenti, abilitati e con oltre 36 mesi di servizio svolto, oggi inclusi nelle graduatorie d’istituto e che vanno inseriti nelle rispettive graduatorie provinciali pre ruolo. Restano poi fuori dalle assunzioni della Buona Scuola i 30mila dei 130mila inseriti nella GaE, ben 23mila maestri della scuola dell’infanzia, 7mila della primaria, da 3 a 7mila delle scuole superiori, 7mila idonei al concorso a cattedra. Per questo il ddl è riuscito a mettere contro tutti i precari della scuola, perché sono in molti a scoprirsi fuori dal piano”.

 

“Come non bisogna dimenticare i 10mila posti di amministrativi, tecnici e ausiliari, che non risultano da nessuna parte del ddl. L’assenza di considerazione per la categoria del personale non docente, tra l’altro, rischia di mettere in crisi la funzionalità del servizio, dal momento che dal prossimo anno non potranno più essere nominati supplenti sotto i sette giorni di assenza di assistenti tecnici, amministrativi, collaboratori scolastici di ruolo”.

 

“Non possiamo poi accettare che si cambino le regole della governance della scuola – ha proseguito Pacifico – fino ad oggi ‘condivisa’, con gli organi collegiali, ma che con il ddl viene assegnata in toto alla leadership del dirigente scolastico, che potrà decidere addirittura cosa offrire nel Piano triennale dell’offerta formativa. Agli stessi dirigenti viene poi data la facoltà, incostituzionale, di procedere alla chiamata diretta del personale. Il Governo ha scelto una strada molto pericolosa, perché la Consulta, con la sentenza 76/2013, relatore l’allora giudice Sergio Mattarella, oggi Capo dello Stato, ha fatto già soccombere questo tentativo prodotto dalla Regione Lombardia. E altre sentenze, stavolta dei tribunali, hanno premiato le iniziative dei precari non assunti, con congrui risarcimenti danni”.

 

Il presidente Anief ha ricordato, a tal proposito, l’inspiegabile decisione del Governo di impedire le supplenze otre i 36 mesi per non incappare nei limiti della sentenza della Corte di giustizia europea, emessa lo scorso 26 novembre, che ha condannato l’Italia per la reiterazione dei contratti a termine. “la sentenza – ha detto il sindacalista – non dice di bloccare le supplenze dopo 36 mesi di supplenza, ma che bisogna assumere”.

 

Anief ha però anche ricordato che i tempi di attuazione del piano assunzionale sono davvero limitati: “anche se il Parlamento riesca a convertire questo disegno di legge in decreto legge, quindi entro 60 giorni, arriveremmo comunque al 31 maggio, quindi alla scadenza per la richiesta degli organici da parte dei dirigenti scolastici. I quali dovranno convocare, ormai a giugno, il collegio dei docenti e il consiglio d’istituto, per inviare tutto all’Ufficio scolastico regionale. Che a sua volta invierà la richiesta al Miur. Il quale, solo a luglio o ad agosto potrà fare un decreto, autorizzando degli organici che saranno sottodimensionati rispetto alle richieste delle scuole perché legati al vincolo di bilancio del Ministero dell’Economia”.