Il disegno di legge approvato lo scorso 12 marzo dal Consiglio dei Ministri, porterà all’assunzione di 100.701 insegnanti provenienti dalle Graduatorie ad esaurimento e dalle Graduatorie di merito. Al contrario di quello che si era detto in un primo momento le assunzioni non riguarderanno le Graduatorie di Istituto e gli idonei al del concorsone 2012. Il ddl comunque presenta molte novità di cui abbiamo parlato con Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, per sapere come il sindacato si pone rispetto alle innovazione cui andiamo incontro.
Che cosa ne pensa l’Anief dei 100 milioni di euro stanziati per l’alternanza scuola lavoro?
E’ giusto il finanziamento ma è importante in primo luogo andare a fare una riforma dell’apprendistato. Il Premier Renzi ha parlato sempre del modello tedesco, si vada a prendere le leggi tedesche che tutelano gli studenti che lavorano per garantire la loro tutela. E’ necessario in secondo luogo, un piano di riconversione industriale sul tessuto economico del Paese perché, in zone dove il tessuto economico non è forte, non si saprebbe dove far fare gli stage agli studenti. Questo è uno dei macro problemi dell’economia italiana perché ad oggi se non troviamo un piano di sviluppo economico attorno al patrimonio culturale molti studenti non troveranno aziende dove realizzare l’alternanza scuola-lavoro. Per combattere la dispersione scolastica bisogna innalzare contestualmente l’obbligo formativo a 18 anni, ripristinando una legge di Berlinguer del 1999 che lo prevedeva, e se si voglio licenziare gli studenti a 18 anni bisogna anticipare di un anno l’entrata a scuola con una classe ponte che permetta la compresenza di insegnanti della scuola dell’infanzia con insegnanti della scuola primaria, in maniera tale da risolvere il problema dei 23mila esclusi della scuola dell’infanzia dalle assunzioni adeguando al tempo stesso lo sviluppo degli apprendimenti degli studenti alla realtà attuale, perché i nostri studenti non sono gli studenti di 40 anni fa.
Cosa pensate dei 90milioni di euro stanziati per la scuola digitale?
La scuola digitale è importante, il problema è che in questo momento soltanto il 10% delle nostre scuole ha l’adsl. Sono passi importanti ma non possono andare a discredito del personale ATA perché è inutile digitalizzare le segreterie se poi non si ha personale formato per svolgere le funzioni richieste. Noi quindi non approviamo un piano che vada verso la digitalizzazione con tagli di costi al personale Ata e mancate assunzioni perché non ce ne facciamo nulla dei computer se non c’è personale che li utilizzi.
Il ricorso all’organico funzionale contro le classi pollaio vi sembra una novità che porterà un miglioramento della scuola italiana?
L’organico funzionale è un’ottima riforma, già prevista dalla legge Monti. Il governo Renzi non sta, quindi, dicendo niente di nuovo poiché doveva esserci dal 2000, da quando abbiamo la scuola autonoma. Ma anche in questo caso, se l’organico funzionale viene usato per lo sviluppo di apprendimenti, per attività aggiuntive e portare la scuola ad essere aperta anche il pomeriggio è un discorso. Altro discorso se l’organico funzionale dovesse servire, come si è detto anche nel disegno di legge, anche per le supplenze e a coprire posti in organico senza, addirittura l’abilitazione, l’organico funzionale si snatura e va a discapito delle famiglie. La scuola non è un esercito: ogni docente ha una sua disciplina e una sua peculiarità e non è interscambiabile con un altro. Un insegnante di educazione fisica non può sostituire il collega che insegna latino assente 8 mesi per maternità.
Cosa cambierà per i precari con il fatto che il Dirigente Scolastico potrà selezionare per la propria scuola attraverso albi territoriali?
No, cadrà in Corte Costituzionale. Già si è espressa la Corte Costituzionale con la sentenza 66 del 2013 quando una cosa analoga si è voluta fare in Regione Lombardia: non è possibile nel pubblico impiego dare al Dirigente Scolastico la potestà di selezionare chi vuole, sarebbe un passo indietro di 20 anni, lo abbiamo già subito quando più di 20 anni fa, dalle Graduatorie di Istituto si chiamavano i precari senza scorrere le graduatorie. Questo clientelismo non potrà essere ora esteso a chi è di ruolo.
Come vi ponete di fronte al bonus del 5% che il Dirigente scolastico dovrebbe dare agli insegnanti che si impegnano di più?
Al riguardo abbiamo fatto uno studio e in media spetterebbero 25mila euro in più ad ogni scuola, presi comunque da tagli e questo non è buono perché per una riforma del merito non si possono prendere soldi da tagli fatti alla scuola. Se pensiamo che a un vicario fino a 5 anni fa si davano 10mila euro, dei 25mila ne restano 15mila. Questi 15mila euro verranno dati a 5 persone su 100, questo significa che 5 persone su 100 avrebbero circa 2000 euro netti in più, gli altri 95 no. Addirittura peggio de La Buona Scuola che diceva che soltanto il 66% degli insegnanti avrebbe avuto un aumento di stipendio, in questo modo lo avrà solo il 5% del personale docente, a discrezione del Dirigente, mentre fino ad oggi tutto questo era sottoposto da una parte agli organi collegiali. Non si può affidare al Dirigente Scolastico la potestà di dare i soldi a chi vuole lui se il Dirigente Scolastico non è licenziabile per i cattivi risultati derivati dalla sua gestione.
Per quanto riguarda l’aggiornamento e la formazione, cosa ne pensate della proposta di dare un voucher di 500 euro ad ogni insegnate?
Che ben vengano i 500 euro come voucher per aggiornamento e formazione a una condizione: che non siano sostitutivi degli 800 euro che da 2010 lo Stato dovrebbe dare a ognuno di coloro che lavorano nella scuola per adeguare gli stipendi al costo dell’inflazione. Va bene un bonus che possa essere utilizzato per la formazione, anche se è un minimo perché se pensiamo che un Master costa 1000 euro, 500 euro non è neanche il costo di un Master, comunque ben venga ma a due condizione: che non vengano presi da ulteriori taglia alla scuola e che non vadano a sostituire gli aumenti di stipendio dovuti all’adeguamento dello stipendio al costo della vita. Se l’inflazione sale lo stipendio deve essere adeguato ogni anno all’inflazione.
Cosa ne pensa, invece, del 5 per mille che si può destinare alle scuole?
Questa è una battaglia fatta dall’Anief, che lo chiedeva già da diversi anni. Il problema però non è affidarsi al 5 per mille dei cittadini, il problema è che la scuola italiana, e specialmente quelle statali, deve affidarsi ai soldi che lo Stato dà e questo è un grosso problema perché si finanziano le scuole paritarie ma non si finanziano le scuole statali: abbiamo ridotto i fondi delle scuole statali della meta negli ultimi 5 anni.