Quella del 13 ottobre è stata una giornata di straordinaria partecipazione da parte di decine di migliaia di studenti della scuola secondaria di II grado contro l’alternanza scuola-lavoro così come regolamentata dalla Legge 107/15.
A tutti loro va il pieno sostegno della FLC CGIL. Studentesse e studenti hanno espresso in modo chiaro e nelle più variegate forme espressive e comunicative la propria protesta contro la deriva imposta dalla Legge 107/15: da metodologia didattica, utile per approfondire la conoscenza della realtà del lavoro e contribuire a trasformarla e migliorala, a strumento facilmente orientabile verso prestazioni gratuite e di mero sfruttamento. Sorprende, e dispiace, che in alcuni ambienti sindacali e giornalistici anziché cogliere il valore di questa protesta, per niente rituale ma capace di parlare all’intero mondo del lavoro e al Paese, ci si sia concentrati su aspetti marginali come singoli slogan. Il nodo di una specializzazione produttiva orientata a merci a basso contenuto di sapere e innovazione è una delle cause della facile deriva dell’alternanza così come imposta dalla Legge 107/15 verso forme di sfruttamento. Se i margini di profitto delle imprese devono crescere facendo leva sul costo del lavoro piuttosto che sull’innovazione, una alternanza così fatta diventa l’ennesima opportunità per assecondare questo modello. Giustamente, quindi, con le manifestazioni in settanta città del Paese si acuisce sempre di più la frattura tra il Paese reale e l’idea di scuola, e di lavoro, contenuta nella Legge 107/15.
Nessuno può fare finta di nulla. La voce intensa degli studenti va ascoltata, dal governo e dalle istituzioni. In coerenza con le iniziative referendarie della FLC CGIL, non è più rinviabile un serio bilancio di quanto avvenuto fino ad ora.
Per questo chiediamo
- La cancellazione delle norme sulla precisa quantificazione delle ore dei percorsi (400 ore nei tecnici e professionali, 200 ore nei licei),
- La cancellazione delle norme della Legge 107/15 che utilizzano l’alternanza per piegare la scuola all’interesse di brevissimo periodo del sistema produttivo italiano, e non solo.
- Una Carta dei diritti che ponga veramente al centro dei processi educativi i bisogni e le aspirazioni di studentesse e studenti.
- L’obbligatorietà dell’utilizzo del Registro Nazionale per l’individuazione dei soggetti ospitanti. Nel registro vanno inserite tutte le informazioni sulle attività formative realizzate per i propri dipendenti, al rispetto dei contratti di lavoro e delle norme in tema di sicurezza.
Se gli Stati Generali dell’alternanza proposti dalla Ministra serviranno a prendere atto definitivamente della necessità di modifiche urgenti saranno benvenuti. Altrimenti diventeranno un boomerang per il governo. Infatti, il tema dell’alternanza sarà uno degli argomenti più rilevanti su cui si giocherà la partita delle prossime elezioni politiche, dal momento che poco meno della metà degli studenti in alternanza potranno esercitare il diritto di voto. Incalzeremo le forze politiche affinché vi siano impegni chiari e concreti sulla materia.
La nostra battaglia continuerà, anche attraverso il rinnovo contrattuale, per ottenere la cancellazione di tutte le parti della Legge 107/15 che stanno imponendo una torsione autoritaria, competitiva e classificatoria nell’intero sistema di istruzione del nostro Paese: bonus, chiamata diretta, valutazione individuale, uso pervasivo delle prove standardizzate.