accademia-della-cruscaL’Accademia della Crusca bacchetta il Miur guidato dalla Fedeli: dilaga il ricorso a termini inglesi che danneggiano la lingua italiana. Basta inglesismi, più italiano.


L’Accademia della Crusca stronca il ministero dell’Istruzione. Nel mirino dei linguisti c’è un documento in particolare: il Sillabo programmatico, pubblicato a marzo e dedicato alla promozione dell’imprenditorialità nelle scuole statali secondarie di secondo grado.

 

C’è un dilagare dell’anglicismo facile e un “abbandono dell’italiano” in favore di un “sovrabbondante e non di rado inutile” ricorso all’inglese.

 

Scrivono gli esperti:

 

“L’adozione di termini ed espressioni anglicizzanti non è più occasionale, imputabile magari a ingenue velleità di “anglocosmesi”. Bensì diventa programmatica, organica e assurge a modello su cui improntare la formazione dei giovani italiani”. 

 

In parole povere il Ministero dà vita a una lingua inutilmente aziendale e scorretta, apologizzando inutilmente l’inglese e affossando inesorabilmente l’italiano. Quando, nei compiti base del MIUR, dovrebbe essere fatto tutto l’opposto.

 

Secondo i professori, pare che, ad esempio,

 

“per imparare a essere imprenditori non occorra saper lavorare in gruppo, bensì conoscere le leggi del team building; non serva progettare, ma occorra conoscere il design thinking”.

 

Un utilizzo dell’inglese che si configura in una

 

“sorta di contraffazione paradigmatica della cultura e del patrimonio italiano”. 

 

La gestione della Fedeli è stata bersaglio di critiche anche per numerosi episodi, come quello curioso del congiuntivo sbagliato. Il Ministro Fedeli aveva inviato una lettera al Corriere della Sera in risposta ad un articolo di Gian Antonio Stella, in cui si evidenzia la scarsa considerazione riservata alla Storia nelle nostre scuole. Nel testo della missiva è stato riscontrato un errore nell’uso del congiuntivo.