Laurea, concorso pubblico, tirocinio triennale pagato e poi assunzione a tempo indeterminato. L’approvazione della buona scuola conferma la delega al Governo sul nuovo sistema di reclutamento del personale docente nella scuola secondaria. Una volta esercitata la delega, gli aspiranti docenti per salire in cattedra dovranno prima conseguire un diploma di laurea magistrale, o di un diploma accademico di secondo livello per le discipline artistiche e musicali, coerente con la classe disciplinare di concorso e quindi partecipare al concorso nazionale. Nel corso di laurea si dovranno acquisire crediti da specifici insegnamenti nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e in quelle concernenti le metodologie e tecnologie didattiche con un minimo di 24 crediti formativi.
I vincitori del concorso saranno quindi assegnati ad un’istituzione scolastica o ad una rete tra istituzioni scolastiche e vedranno l’attivazione di un contratto retribuito a tempo determinato di durata triennale di formazione e apprendistato professionale. La Delega dovrà altresì disciplinare il trattamento economico da corrispondere ai neo-vincitori tenendo anche conto “della graduale assunzione della funzione di docente”.
Questo periodo sarà scandito da due tappe fondamentali. La prima consiste nel conseguimento di un diploma di specializzazione all’insegnamento secondario, diploma che sarà rilasciato al termine di “un corso annuale istituito, anche in convenzione con istituzioni scolastiche o loro reti, dalle università o dalle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale destinato a completare la preparazione degli iscritti nel campo della didattica delle discipline afferenti alla classe concorsuale di appartenenza, della pedagogia, della psicologia e della normativa scolastica”. Si prevede, inoltre, la determinazione di standard nazionali per la valutazione finalizzata al conseguimento del diploma di specializzazione, nonché del periodo di apprendistato.
Nei due anni successivi al conseguimento del diploma (che sarà titolo necessario per l’insegnamento anche nelle scuole paritarie), i docenti effettueranno tirocini formativi con la graduale assunzione della funzione docente, anche in sostituzione di docenti assenti, presso l’istituzione scolastica o presso la rete tra istituzioni scolastiche di assegnazione. In pratica il futuro docente prenderà progressivamente funzioni e responsabilità, prima sotto la supervisione di un tutor, poi in maniera sempre più autonoma potendo effettuare anche le supplenze. Con una retribuzione che diventerà crescente con il tempo.
Una volta completato questo percorso il docente vedrà la sottoscrizione del contratto di lavoro a tempo indeterminato, all’esito di positiva conclusione e valutazione del periodo di apprendistato. Questo percorso diventerà, inoltre, gradualmente l’unico canale per accedere all’insegnamento nella scuola secondaria statale, anche per l’effettuazione delle supplenze.
Coloro che non hanno partecipato o non hanno vinto i concorsi nazionali, di iscriversi a proprie spese ai percorsi di specializzazione per l’insegnamento secondario.
C’è comunque una disciplina transitoria in relazione ai vigenti percorsi formativi ed abilitanti e al reclutamento dei docenti nonché in merito alla valutazione della competenza e delle professionalità per coloro che hanno conseguito l’abilitazione (ad esempio i TFA) entro l’entrata in vigore delle nuove norme. Il Governo dovrà dunque individuare una strada per superare gli attuali tirocini formativi attivi.