disabili, AutismoSiamo alla fine dell’anno scolastico e tutti i Comuni hanno già raccolto le adesioni degli alunni ai servizi integrativi legati all’istruzione. Sembra lontano, ma il prossimo anno scolastico – che in Lombardia comincerà il 14 settembre – è dietro l’angolo. Ci sono però alcuni servizi off limits, pur essendo in base alla legge precisi diritti. Si tratta del servizio di assistenza alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale che frequentano ogni scuola di ordine e grado e del servizio di trasporto e assistenza educativa per gli studenti con disabilità che frequentano le scuole superiori: servizi che riguardano nella sola Lombardia 4.650 studenti.

 

Il Comune di Milano (sindaco Giuliano Pisapia) ha inviato loro una lettera, spiegando alle famiglie che non potrà più sostenere il servizio di trasporto e assistenza educativa nelle scuole superiori perché di competenza della Città Metropolitana. Le stesse famiglie però hanno ricevuto un’altra comunicazione da parte della Città Metropolitana (ovvero dallo stesso sindaco Giuliano Pisapia) che le informa che gli uffici non riceveranno neanche le domande di attivazione del servizio perché in realtà fino ad ora nessuno ha attribuito loro questa competenza. È un ping pong di responsabilità in una vicenda intricata che nasce dalla legge Delrio, che ha “chiuso” le Province dimenticando però di dire a chi toccano alcune delle “funzioni non fondamentali” che esse svolgevano, in particolare appunto quei tre servizi rivolti agli studenti con disabilità (vedi su questo l’articolo di Donatella Marra, di Ledha Scuola, sul numero di Vita in edicola).

 

«La colpa non è di nessuno ma il danno sarà colpa di tutti o forse sarà colpa di nessuno: quella che trionfa è una sostanziale irresponsabilità dei nostri rappresentanti istituzionali, incapaci di venire a capo di un problema che, ne siamo certi, è a loro ben noto da molto tempo», scrive oggi Ledha in una nota. Un ultimo appello per evitare che lunedì 14 settembre 2015, al primo giorno di scuola, manchino all’appello 4.650 studenti nella sola Lombardia. Per questo Ledha chiede un appuntamento urgente ai vertici delle Istituzioni coinvolte: Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Daniele Bosone presidente dell’Unione Province Lombarde e Giuliano Pisapia, sindaco della Città Metropolitana di Milano. «Ad oggi nessun ente pubblico (Comune, Provincia o Città Metropolitana) accetta le domande di attivazione di questi servizi per il prossimo anno scolastico, non avendo approvato nessun atto amministrativo che ne preveda l’organizzazione e nessun capitolo di bilancio che stanzi le risorse necessarie. Risultato: quei bambini e quei ragazzi saranno costretti a rimanere a casa o a frequentare con un orario ridotto», spiega Ledha. «Si tratta invece di servizi che la legge 104 del 1992 prevede come diritti esigibili e gratuiti, che devono essere garantiti, indipendentemente dai problemi gestionali o economici degli enti pubblici».

 

Come siamo arrivati a questo punto? Ledha ricompone il quadro storico di questi servizi. È dagli anni Novanta che le Province promuovono e sostengono i servizi per l’assistenza alla comunicazione per gli alunni e studenti con disabilità sensoriali: una competenza che nessuno ha mai messo in discussione e, fino all’anno scolastico 2014/2015, il servizio è stato fornito con regolarità, attingendo a risorse proprie dei bilanci provinciali. Diverso il quadro del servizio di assistenza educativa e del trasporto per gli studenti: questo servizio è stato garantito per molti anni dai Comuni, ma sempre con forte conflitto di competenze con le Province. Infatti la normativa nazionale (legge 59/1997 e D. Lgs. 112/1998, art. 139) stabilisce che il supporto organizzativo al diritto allo studio nelle scuole del primo ciclo debba essere compito dei Comuni, mentre nelle scuole del secondo ciclo spetta alle Province. Solo dal 2013, grazie a una sentenza del Consiglio di Stato, è stato definitivamente accertato che assistenza educativa e trasporto per gli studenti delle scuole superiori e dei corsi di formazione professionale spettano alle Province, che da allora vi hanno provveduto grazie a stanziamenti straordinari della Regione, provenienti non solo dalla compartecipazione delle Province al gettito regionale della tassa automobilistica ma anche da residui di fondi regionali per le persone con disabilità. In questo quadro interviene la Legge Delrio che ha ridefinito profilo e funzioni delle Province, delle Città Metropolitane e delle unioni e fusioni di Comuni. Ma non prevede in modo esplicito queste funzioni tra quelle “fondamentali” che rimangono in capo ai nuovi Enti di Area Vasta.

 

Nel caso di Milano e della Lombardia, la Regione ha espresso l’intenzione di confermare sostanzialmente le competenze precedentemente affidate alle Province (ad eccezione di agricoltura, foreste, caccia e pesca, che avocherebbe a sé) in un Progetto di Legge (il 223 del 30/12/2014) di attuazione della Legge Delrio: nemmeno questo però nomina esplicitamente i servizi per garantire il diritto allo studio degli studenti con disabilità, la cui presentazione è stata annunciata per fine giugno in Consiglio Regionale. Nel frattempo, in aprile 2014, Regione e Unione delle province lombarda (Upl) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che impegna la Regione a provvedere, con trasferimenti di risorse per 205 milioni, alle funzioni che resterebbero in capo alle province. Di questi fondi, 10 milioni di euro sono destinati, solo per l’anno 2015, «per far fronte alle criticità legate all’inclusione scolastica, all’assistenza educativa e al trasporto delle persone disabili, in attesa del ripristino da parte dello Stato della necessaria copertura finanziaria».

 

Il presidente della FISH-Federazione italiana superamento handicap, Vincenzo Falabella, ha già assicurato a Ledha di porre la questione con urgenza al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, affinché si esprimano con chiarezza e mettano a disposizione delle Province le risorse necessarie per garantire i servizi di assistenza alla comunicazione per bambini e ragazzi con disabilità sensoriale, di assistenza educativa e trasporto per studenti con disabilità che frequentano scuole del secondo ciclo. Ledha dal canto suo sta avviando, attraverso le oltre 200 associazioni che la compongono, una massiccia attività di informazione che renda consapevoli le famiglie dei diritti dei loro figli, e ha predisposto un modulo per la richiesta di attivazione dei servizi che preannunci il ricorso alla Magistratura, in caso di rifiuto di tali prestazioni essenziali.