La Uil propone a Cgil e Cisl un nuovo modello contrattuale “a geometria variabile”, sia nel pubblico che ne privato, della durata di quattro anni e con un grande elemento di novità: legare gli aumenti contrattuali non all’inflazione bensì all’aumento del Pil. Sono questi, in sintesi, i punti principali delle linee guida stilate e discusse dalla Uil e illustrate in una conferenza stampa, dal numero uno di via Lucullo, Carmelo Barbagallo, e dai confederali Antonio Foccillo e Tiziana Bocchi.

La proposta è già stata inviata a Cgil e Cisl ai quali la Uil chiede di aprire un confronto su questi temi e di realizzare insieme un vero e proprio patto d’azione, che tocchi argomenti complessivi come contrattazione, fisco, previdenza. Nel corso della conferenza stampa il leader Barbagallo ha spiegato le ragioni della proposta Uil e l’esigenza da parte dello stesso mercato del lavoro e dell’economia di un nuovo modello contrattuale che dia forza alla domanda interna. Tutelare il salario e il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati è alla base, per la Uil, di qualunque sviluppo e crescita del paese.

La Uil, dunque, scommette sulla ripresa del Paese e insiste sul 2015 come anno della contrattazione. Sul tavolo ancora tanti i contratti aperti, da quello del pubblico impiego, che ha saltato ben due tornate contrattuali, alle difficili trattative in corso con Abi per il contratto dei bancari, a tutti i contratti del settore privato scaduti o in scadenza. Nello specifico della proposta, il sistema contrattuale continua ad essere articolato su due livelli   “tra loro complementari” e “deve puntare sull’aumento del Pil, sulla produttività e sul rilancio dei consumi, a cui anche la politica salariale ha il compito di contribuire”.

 

 

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FONTE: UIL – Unione Italiana del Lavoro

 

 

 

 

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