La responsabilità dell’ufficio pubblico che lavora male ed è disorganizzato ricade sul dirigente pubblico, che può essere colpevole di danno erariale: lo sostiene la recente sentenza della Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale per il Veneto, n. 113/2023.
I giudici contabili hanno stabilito che la gestione approssimativa e disorganizzata di un ufficio comunale può rappresentare una condotta gravemente colposa del dirigente, il quale sarà ritenuto responsabile per danni erariali nel caso in cui i ritardi nell’attivazione del sistema informatico impedissero la corretta erogazione delle prestazioni assistenziali previste dal reddito di inclusione.
Qui di seguito i dettagli che hanno portato alla pronuncia giuridica nei confronti del dirigente dell’ente locale.
Il caso
Nel dettaglio, il caso riguarda un Comune veneto dove, nel 2018, la Giunta aveva assegnato al dirigente del settore servizi alla persona la responsabilità della programmazione e del coordinamento dei procedimenti legati all’erogazione dei contributi del reddito di inclusione. Tuttavia, successive indagini della Guardia di Finanza hanno rivelato che l’ufficio comunale non inviava tempestivamente i dati aggiornati, causando una valutazione erronea del reddito di inclusione.
Ciò ha portato all’erogazione indebita di somme maggiori da parte dell’Inps a chi già beneficiava di prestazioni assistenziali non cumulabili. La Procura contabile ha quindi contestato al dirigente colpevole omissioni gravi nell’organizzazione del suo settore, causando danni sia all’Inps che al Comune.
Il dirigente si è difeso sostenendo l’instabilità normativa e le lacune del sistema informatico, ma il collegio giudicante ha respinto le obiezioni: la sentenza condanna così il dirigente a risarcire il danno causato al Comune e all’Inps.
Se l’ufficio è disorganizzato la colpa è del dirigente
La sentenza emessa dalla Corte dei Conti rappresenta un severo richiamo al dirigente del Comune veneto, condannandolo al risarcimento del danno causato sia all’ente locale che all’Inps. I giudici hanno sottolineato la consapevolezza del dirigente riguardo agli obblighi amministrativi, evidenziando una negligenza significativa nel suo operato.
L’inefficienza della gestione è stata tale da costringere il Comune a intraprendere azioni correttive immediate. Per porre rimedio al danno da disservizio causato, è stato necessario istituire un apposito gruppo di lavoro, con la nomina urgente di operatori incaricati di trasmettere le informazioni mancanti all’Inps. Questa reazione rapida è stata essenziale per correggere l’errata erogazione delle prestazioni assistenziali e mitigare ulteriori danni finanziari.
Inoltre, l’entità del problema ha richiesto un intervento di riorganizzazione, finalizzato al ripristino dell’efficienza amministrativa. Tale riorganizzazione è stata essenziale per eliminare l’arretrato accumulato a causa della gestione inadeguata delle procedure, garantendo così che l’ufficio tornasse a operare in modo corretto e tempestivo.
In definitiva, l’errore gestionale non ha avuto solo conseguenze finanziarie, causando danni erariali al Comune e all’Inps, ma ha anche arrecato disagi diretti ai cittadini. La cattiva gestione delle procedure ha influito sul corretto svolgimento delle erogazioni assistenziali, mettendo a repentaglio il benessere dei beneficiari e evidenziando la responsabilità del dirigente nell’aver causato impatti negativi sia sulle risorse pubbliche che sulla vita quotidiana dei cittadini interessati.
Il testo completo della Sentenza
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it