I cosiddetti furbetti della PA sono spesso sulla bocca dei quotidiani e dei cittadini, nuocendo alla reputazione di chi lavora onestamente nel Pubblico Impiego. Una soluzione immediata per eliminare le pratiche scorrette è la timbratura biometrica vocale via Smartphone.
La tecnologia è oramai diventata un vero e proprio volano per il mondo del lavoro: app, software e strumenti utilizzabili con disinvoltura da un canale all’altro, semplificano di gran lunga le esigenze e le necessità di lavoratori e datori di lavoro.
E così ci rendiamo conto che anche la gestione amministrativa delle risorse e del flusso di lavoro quotidiano spesso passa anche attraverso strumenti semplici e maneggevoli come uno Smartphone.
La rivoluzione operata dal Decreto Bongiorno
Il DDL Concretezza, ribattezzato anche Decreto Bongiorno, ha rilanciato la lotta all’assenteismo attraverso l’uso di nuove tecnologie per garantire l’efficienza della pubblica amministrazione, il miglioramento immediato dell’organizzazione amministrativa e l’incremento della qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Sul versante rilevazione delle presenze avverrà un cambiamento epocale: i vecchi badge di presenza andranno in soffitta: a sostituirli, infatti, saranno controlli biometrici dell’identità come il riconoscimento vocale, le impronte digitali, l’identificazione facciale o dell’iride e sistemi di videosorveglianza.
Tra questi, il riconoscimento vocale biometrico è la sintesi digitale della voce del dipendente, strumento univoco per il suo riconoscimento: agisce da identificativo alla stessa stregua delle impronte digitali o del rilevamento oculare.
Ha oltretutto il notevole vantaggio di essere uno strumento meno invasivo e dispendioso rispetto anche al riconoscimento facciale: uno Smartphone, da solo, può garantire la piena operatività del sistema. Semplice come registrare una nota vocale.
A detta del ministro Giulia Bongiorno, promulgatrice del disegno di legge, c’è il placet dei dipendenti pubblici: questo poiché la stragrande maggioranza di loro sono le prime vittime dell’assenteismo di alcuni colleghi. Queste nuove regole spingono ovviamente alla corsa verso la soluzione più mirata e adeguata.
Timbratura biometrica vocale via Smartphone: un caso pratico: AIPO e Sm@rtC6
Il meccanismo dell’autenticazione vocale analizza la voce degli utenti in base a centinaia di caratteristiche univoche, trasformando la medesima in un vero e proprio file di impronta vocale. In base a questo principio l’unicità del file in questione tutela e protegge l’utilizzatore da spiacevoli falle di sicurezza che spesso favoriscono il furto di password e dati sensibili.
Un esempio lampante dell’efficacia di questo approccio è dato da un caso pratico come quello dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo).
L’AIPo, infatti, ha scelto la soluzione offerta dal sistema multicanale Sm@rtC6 di I-Tel, un progetto patrocinato da TIM e integrato con il Sistema di riconoscimento vocale VoiSentry, sviluppato da Aculab.
Le attività dell’Ente sono numerose: compito dell’Ente Pubblico è di preservare il maggiore bacino idrografico italiano (il Po, per l’appunto), curando la sicurezza idraulica, il demanio idrico e la navigazione fluviale dell’intero bacino.
Quali sono le motivazioni che hanno spinto l’Ente a questa scelta?
L’approccio innovativo offerto da Sm@rtC6/VoiSentry non fa altro che migliorare la comunicazione tra dipendente e l’ufficio risorse umane, colmando il gap territoriale di un’area così vasta come quella in questione (AIPo agisce su 13 sedi differenti a cavallo di ben quattro Regioni del Nord Italia).
Questo sistema di timbratura, in mobilità e multicanalità, consente con immediatezza e trasparenza di avere la certezza di individuare il lavoratore.
La multicanalità, in particolare, fa sì che timbrare la propria presenza non porti più a perdite di tempo inutili: d’ora in poi i dipendenti di questo Ente potranno attestare la propria attività anche in sedi diverse dalla propria, ottimizzando il flusso di lavoro e rendendo impossibile il fenomeno della mancata timbratura.
Tramite l’app dello Smartphone in tempo reale il dipendente può, in conclusione certificare la propria attività, dando modo al proprio superiore di avere un vero e proprio storico della sua giornata lavorativa.
Conclusioni
La timbratura biometrica vocale via Smartphone è sicuramente una soluzione virtuosa per eliminare la possibilità di attuare pratiche scorrette, valorizzando così gli impiegati che invece operano in maniera del tutto trasparente.
Questo in base alla semplicità dell’assunto che non sarà più possibile, grazie all’univocità del file di impronta vocale, farsi attestare la presenza da un collega complice. Nessuno potrà più falsificare il proprio operato e coprire la propria assenza dal posto di lavoro.
La rilevazione biometrica con timbratura vocale è oltretutto uno degli standard tecnologici in ascesa per popolarità: si pensi all’uso domestico di strumenti all’avanguardia come Google Home e Alexa.
Questo meccanismo, pertanto, ben si presta al mondo del lavoro, sia pubblico sia privato.
L’usabilità e la semplicità della soluzione offerta dalla Società I-Tel, in estrema sintesi, riescono dove molti altri hanno fallito:
- Consentire l’identificazione vocale con un app semplice e intuitiva, pienamente responsive anche su dispositivi non necessariamente in linea con l’ultima versione rilasciata dal marchio;
- Tutelare gestori e utilizzatori del sistema da furti di dati, nel pieno rispetto dei propri dati sensibili a rigor di legge, in linea con i dettami del GDPR;
- Ridurre le “scartoffie” del comparto risorse umane, che non dovrà più sprecare tempo a processare le timbrature del badge dei lavoratori.
Per maggiori informazioni potete visitare il sito www.i-tel.it.