tfr-pubblico-impiego-consulta-boccia-ricorsoTFR Pubblico Impiego, Consulta boccia ricorso relativo al pagamento differito e rateale delle indennità di fine servizio dei dipendenti pubblici. Ecco cosa è stato deciso nello specifico.


TFR Pubblico Impiego, la Consulta boccia il ricorso. Una botta da 15 miliardi di euro. Ecco quanto vale la partita tfr sulla quale doveva decidere la Consulta. Somma che 3 milioni e 200 mila pubblici impiegati versano ogni anno all’Inps. E il verdetto alla fine è arrivato. L’ufficialità di una Sentenza che, deve comunque essere ancora depositata, è arrivata da un comunicato pubblicato sul sito della Corte Costituzionale.

TFR Pubblico Impiego, Consulta boccia ricorso

La Corte costituzionale si è riunita dunque in camera di consiglio per discutere le questioni sollevate dal Tribunale di Roma sulla legittimità della normativa riguardante il pagamento differito e rateale delle indennità di fine servizio dei dipendenti pubblici.

In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che al termine della discussione le questioni non hanno avuto riscontro. Questo però con esclusivo riferimento al caso di una lavoratrice in pensione per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti massimi di età o di servizio.

In questa ipotesi, la Corte ha ritenuto non irragionevole il regime restrittivo introdotto dal legislatore, che prevede la liquidazione delle indennità nel termine di 24 mesi e il pagamento in rate annuali.

Restano quindi impregiudicate le questioni sul pagamento delle indennità nel termine di 12 mesi, e sulle relative rateizzazioni, per i pensionati che hanno raggiunto i limiti massimi di età o di servizio.

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Il commento

Se, in caso contrario, fosse arrivato l’ok della Consulta ci sarebbe stato un impatto di 9 miliardi di euro per le casse dello Stato, come peraltro sostenuto dall’avvocato Antonio Mirra del sindacato Confsal Unsa e della ricorrente Amelia Capilli.

Massimo Battaglia, segretario generale del sindacato UNSA-Confsal, dichiara:

“In attesa del deposito della sentenza, dal comunicato stampa della Corte Costituzionale si evince che il caso specifico è stato rigettato. Ma anche che la Corte poteva giudicare positivamente se fosse stato presentato il caso di un dipendente pubblico con pensione di anzianità. Non siamo certo contenti dell’esito ma siamo comunque orgogliosi di aver posto un problema costituzionale che riguarda tutto il mondo pubblico. Annuncio che a breve, sempre come Unsa, presenteremo un nuovo ricorso al giudice del lavoro di Roma”.