È stata presentata una nuova proposta, relativa al Tfr, che prevedrebbe un versamento obbligatorio nei fondi pensione: ecco cosa sappiamo.


Il Tfr (Trattamento di fine rapporto) e il Tfs (Trattamento di fine servizio) sono di nuovo al centro dell’attenzione.

Il 25 settembre, infatti, il Ministro Zangrillo ha comunicato la proroga dell’accordo con le banche, per altri 24 mesi, per quanto riguarda l’anticipo di questi due trattamenti. Una misura che ha fatto infuriare i lavoratori, dato l’aumento dei tassi d’interesse.

Sul tema, è arrivata anche la proposta del sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon, che prevede un versamento obbligatorio del 25% del Trattamento di fine rapporto, nei fondi pensione, in modo da aumentare l’assegno futuro.

Ecco nel dettaglio.

Tfr nei fondi pensione: i dettagli della proposta

Il tema della previdenza è profondamente discusso negli ultimi tempi. Ma è arrivata anche la proposta di Claudio Durigon, che prevede il versamento obbligatorio di un quarto della quota del Tfr nei fondi pensione.

Come spiegato da Enzo Cigna, responsabile previdenza della Cgil:

“le rendite mensili sono veramente basse. Siamo in media sui 40 euro. Senza dimenticare che il Tfr è salario differito. Non si può obbligare qualcuno a conferire il proprio salario senza un’adesione esplicita. C’è il rischio di incostituzionalità”.

Le cifre vanno da un minimo di 22,39 euro a 112,45 euro di rendita mensile per gli uomini e da un minimo di 18,61 euro ad un massimo di 93,52 euro per le donne.

Secondo Paolo Pellegrini, vicedirettore generale di Mefop (società costituita dal Ministero dell’Economia per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione), il versamento del 25% “non sarebbe sufficiente” per una previdenza integrativa.

Sul tema, è intervenuta anche la Ministra del Lavoro Marina Calderone, che ha detto che un intervento in Manovra sul rafforzamento dei fondi pensione “è assolutamente probabile che ci sia”.

L’aumento degli iscritti alla previdenza complementare

Intanto, aumentano gli iscritti alla previdenza complementare, come delineato dall’ultima Relazione annuale della Covip, la Commissione di vigilanza sui Fondi pensione.
Alla fine del 2023, infatti, il totale degli iscritti ha sfiorato i 10 milioni, con un incremento del 3,7% rispetto al 2022.

Rimangono, però, da parte donne, under 35 e lavoratori del Sud, ancora poco presenti nel sistema della previdenza complementare.