L’esame del testo unico per il Caregiver familiare al Senato: le nuove misure a favore dei disabili verranno approfondite in questi giorni.
All’esame della Commissione Lavoro del Senato il riconoscimento nel nostro ordinamento della figura del caregiver familiare con l’attribuzione di specifiche agevolazioni in materia fiscale, previdenziale e giuslavoristica. Riprende questa settimana presso la Commissione Lavoro del Senato l’esame dei disegni di legge rivolti a sostenere le attività di coloro che generosamente e gratuitamente si prendono cura a domicilio di una persona per varie ragioni non autosufficiente (i cd. ‘caregiver)’.
Con il cambio di legislatura i lavori in Commissione partono da cinque ddl (S. 55 Patriarca, S. 281 Vanna Iori, S. 555 Nocerino, S. 698 Faraone e S. 853 De Vecchis) che mutuano in gran parte il lavoro svolto lo scorso anno dalla stessa Commissione Lavoro. Obiettivo della Commissione, che ha disposto un ciclo di audizioni a partire da questa settimana, è raggiungere un’intesa politica su un testo unico da approvare entro la fine dell’anno in concomitanza con la legge di Bilancio. Un traguardo ambizioso considerato che la scorsa legislatura la Commissione non riuscì dopo un lungo lavoro a licenziare un testo definitivo.
La figura del Caregiver familiare
Le cinque iniziative legislativa sono tutte finalizzate a definire la figura del caregiver familiare, prevedendo specifiche misure di sostegno, sia di tipo economico che per la conciliazione con l’attività lavorativa di chi presta assistenza ed anche dal punto di vista previdenziale. Tra le proposte spicca, in particolare, quella contenuta nel disegno di legge n. 555, che definisce la qualifica di caregiver familiare, riconoscendo contributi figurativi a carico dello Stato per tutto il periodo di assistenza al disabile e la possibilità di accedere al pensionamento anticipato al raggiungimento dei 30 anni di contributi. Al caregiver sarebbero, inoltre, riconosciute le tutele previste per le malattie professionali con l’adeguamento a suo favore dei LEP e dei LEA nonchè il rafforzamento della conciliazione tra attività lavorativa e attività di cura attraverso la possibilità di ricorrere al telelavoro e al lavoro agile.
Altri spunti di indagine sono offerti dal DDL 853 che, dopo aver definito la figura, dispone le modalità di manifestazione del consenso alla scelta del caregiver da parte dell’assistito. Il DDL individua i documenti da presentare all’Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) ai fini del rilascio della certificazione attestante la qualifica, e conferma il riconoscimento dei contributi figurativi utili ai fini pensionistici per lo svolgimento dell’attività di cura verso il disabile.
Gli altri tre disegni di legge intervengono sul riconoscimento formale del caregiver da parte del servizio competente per la valutazione multidimensionale delle persone in situazione di non autosufficienza o di disabilità; con specifiche misure di sostegno economico tra cui, in particolare, la detraibilità dall’IRPEF del cinquanta per cento delle spese sostenute per le attività di cura; il riconoscimento delle competenze maturate dal caregiver familiare attraverso il lavoro di cura ed assistenza del familiare, al fine di agevolare l’accesso e/o il reinserimento lavorativo.
Da segnalare anche la proposta, contenuta nel disegno di legge n. 698, che incrementa la dotazione del Fondo per il sostegno del caregiver familiare – nella misura di 50 milioni di euro per l’anno 2018, di 75 milioni di euro per l’anno 2019 e di 90 milioni di euro annui per l’anno 2020 – e le misure per la valorizzazione professionale, l’accesso o il reinserimento lavorativo del prestatore volontario di cura.