È arrivata la nuova proposta di legge per rendere più brevi le tempistiche per il Tfs, solitamente molto dilatate: ecco di cosa si tratta.
Per il Tfs (Trattamento di fine servizio), i dipendenti statali sono costretti ad aspettare un lungo periodo di attesa, che può arrivare anche a cinque anni.
La Corte Costituzionale ha sottolineato l’urgenza di intervenire, ma la questione è rimasta in sospeso per diverso tempo.
Proprio per questo, il deputato del Movimento Cinque Stelle, Antonio Colucci, ha presentato una proposta di legge che punta al taglio delle tempistiche, per poter ricevere il pagamento già a tre mesi dalla pensione.
Vediamo nel dettaglio.
Tempistiche Tfs più brevi: ecco i dettagli della proposta
Le tempistiche di erogazione del Tfs ai dipendenti pubblici variano a seconda della ragione che ha portato alla cessazione del rapporto di lavoro. Ecco nel dettaglio:
- 105 giorni di attesa, quando la cessazione è motivata da sopravvenuta inabilità o da decesso;
- 12 mesi (con altri tre mesi di attesa che può prendersi l’Inps), se il rapporto di lavoro è cessato per il raggiungimento del limite di età, per termine del contratto a tempo determinato o per la risoluzione unilaterale del datore di lavoro, a seguito del raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata;
- Almeno 24 mesi per tutti gli altri casi, come le dimissioni volontarie.
Oltre al taglio delle tempistiche, nella proposta di legge del deputato Colucci, c’è anche la revisione delle soglie di pagamento.
Attualmente, la prima rata del Tfs è limitata a 50mila euro e cifre più alte richiedono tempi di attesa superiori. Per accorciarli, la proposta prevede un incremento di queste soglie, fino a 63mila euro per la prima, adeguandole all’inflazione.
Tempistiche Tfs/Tfr più brevi: è iniziato l’iter alla Camera
Lo scorso 11 gennaio è iniziato l’iter alla Commissione Lavoro della Camera.
Il presidente della Commissione, Walter Rizzetto, ha manifestato un cauto apprezzamento nei confronti della proposta e ha segnalato una possibile apertura bipartisan.
A doversi esprimere, però, dovrà essere il Ministero dell’Economia, che dovrà valutare anche l’entità delle risorse necessarie per attuare le eventuali modifiche.
Sulla questione, sono intervenuti anche i sindacati. Come Domenico Proietti, segretario generale della Uil-Fpl, Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil-Scuola-Rua e Sandro Colombi, segretario generale della Uil-Pa, che hanno detto:
“A distanza di otto mesi dal pronunciamento della Corte costituzionale che dichiarava anticostituzionale il differimento e la rateizzazione del Tfr e del Tfs dei dipendenti pubblici, è molto grave che il governo non abbia ancora dato attuazione alla sentenza”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it