A dirlo la ministra della P.A., Marianna Madia: “non ci sono le risorse”. E da settembre scatta il contributo di solidarietà. D’Alema (Pd): la situazione è preoccupante

Gli stipendi degli statali rimarranno congelati anche nel 2015. Dopo giorni di voci, arriva l’annuncio del ministro della Pa Marianna Madia: “In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono. Ora prima di tutto guardiamo a chi ha più bisogno, quindi confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici. D’altra parte, sottolinea la ministra, “i contratti hanno iniziato ad essere bloccati all’inizio della crisi che il governo è impegnato a superare.

“Si tratta della classica goccia che farà traboccare il vaso e rischia di essere la miccia che farà esplodere un autunno veramente caldo nel pubblico impiego”, tuona  la Uil, mentre ad alleggerire le buste paga – non solo degli statali, ma di tutti i dipendenti – da settembre arriva anche il balzello del contributo di solidarietà istituito dalla riforma Fornero.

Nella circolare n. 100 dell’Inps si dice appunto che scatterà  il fondo di solidarietà residuale per i lavoratori non coperti dalla cig (nelle imprese con oltre 15 dipendenti). Il contributo è dello 0,50% sulla retribuzione (1/3 a carico del lavoratore) e sulla busta paga di settembre verranno tolti gli arretrati da gennaio 2014.

Forse, anche per tale ingarbugliata situazione finanziaria, e politica, Massimo D’Alema invita i dirigenti del suo partito ad aprire una discussione nel Pd .

“Io sono assolutamente sereno. Ho posto un problema reale e ho detto che malgrado gli sforzi del governo la situazione è preoccupante e lo è per il dramma della disoccupazione che cresce e per la crisi economica da cui non si vede una via d’uscita. Si annuncia una riforma importante, quella della scuola, ma intanto si dice che non ci sono soldi per gli statali, quindi neanche per gli insegnanti”.

“Un grande partito non può nascondersi la verità e dovrebbe discutere meglio al suo interno”.

Intanto anche la Cgil sul piede di guerra.

“Con lo stop agli aumenti salariali decisi nel 2010 i lavoratori pubblici hanno perso in quattro anni nel complesso circa 3.600 euro lordi, mentre altri 600 circa si perderanno nel 2014. Fin qui, sottolinea il responsabile dei Settori pubblici  Gentile, i ‘costi’ già certificati, che salirebbero ad, appunto, 4.800 euro con un altro anno di blocco.

Interviene anche il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, secondo il quale un nuovo blocco della contrattazione nel pubblico impiego vorrebbe dire che “i contratti nazionali non esistono più”

“Se il Governo Renzi pensa di umiliare ulteriormente i dipendenti pubblici” allora “la nostra risposta non potrà essere che la mobilitazione”, afferma Dettori, segretario generale Fp-Cgil, che giudica “intollerabile” la “prosecuzione del blocco della contrattazione”. E “senza un passo indietro del Governo”, avverte, “torneremo nelle piazze”.

FONTE: La Tecnica della Scuola (www.tecnicadellascuola.it)

AUTORE: Pasquale Almirante

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