La Sottocommissione della Commissione Lavoro di Palazzo Madama ha iniziato venerdì l’esame dei risultati del sondaggio online rivolto alle cd. persone esodate, che si è svolto tra l’8 aprile e il 12 luglio 2015. Lo comunica in una nota stampa l’Onorevole Annamaria Parente (Pd), presidente della Sottocomissione esodati e capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro del Senato.
“La rilevazione aveva lo scopo di fare luce sul fenomeno e di circoscriverne l’entità, dopo le 6 salvaguardie già varate, 3 delle quali promosse in questa legislatura. E’ importante tuttavia sottolineare che si è trattato di una rilevazione effettuata su base volontaria e telematica; dunque il risultato potrebbe non essere rappresentativo del totale degli esodati, ma costituisce un affidabile termine di riferimento. In particolare, sarà necessario chiarire le ragioni per cui chi si è dichiarato ‘non salvaguardato’ (il 72 per cento del totale degli intervistati) non sia rientrato nelle 6 salvaguardie a legislazione vigente, in modo da valutare le modalità con le quali strutturare l’intervento legislativo definitivo nella legge di stabilità di quest’anno e prevedere misure di ricollocazione e flessibilità in uscita per tutti coloro che hanno perso il lavoro a pochi anni dalla pensione”.
“Venendo ai risultati della nostra rilevazione, – prosegue la Parente – 1645 persone hanno completato e inviato il questionario, delle 2400 registrate. Il 70 per cento di chi ha risposto è un uomo, solo il 30 per cento donna. Il 57 per cento ha tra i 60 e i 64 anni, il 41 per cento tra i 55 e i 59 anni. In maggioranza (53 per cento) si tratta di persone diplomate e con licenza di scuola media (27,6 per cento), mentre solo il 17 per cento è laureato o con un titolo di studio superiore alla laurea. Circa la metà di chi ha aderito a questa rilevazione era un impiegato, il 21 per cento era un quadro o un funzionario, il 18 per cento un operaio e il 9,5 per cento un dirigente. Le regioni di provenienza sono soprattutto il Lazio e la Lombardia.
“Le ragioni che hanno prodotto la condizione di esodato sono in prevalenza il licenziamento con collocamento in mobilità e il licenziamento vero e proprio. Oltre la metà dei rispondenti, il 51,6 per cento, ha ricevuto un incentivo economico. Infine, dopo lo scioglimento del rapporto di lavoro solo 1 su 4 degli esodati ha dichiarato di aver svolto attività lavorative. Nel complesso, l’85 per cento degli esodati intervistati ha versato oltre 30 anni di contributi e il 70 per cento oltre 35 anni di contributi”.