Il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo ha stilato un piano per lo smart working 2022: ecco nel dettaglio.
Smart working Pubblica Amministrazione 2022: con l’arrivo del nuovo governo, uno dei nodi principali da sciogliere è proprio quello dello smart working.
Abbiamo visto, infatti, come l’ex Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, fosse abbastanza insofferente al lavoro agile, limitandolo solo a certi casi specifici.
Al contrario, il neo-Ministro Zangrillo ha assicurato che avrà un atteggiamento “più laico” rispetto al suo predecessore.
Vediamo allora quale sarà il piano per lo smart working nella Pubblica Amministrazione 2022.
Smart working Pubblica Amministrazione 2022: il piano di Zangrillo
Lo smart working è stato un’arma fondamentale per il mondo del lavoro, soprattutto nella Pubblica Amministrazione, durante la pandemia di Covid-19 e il lockdown totale.
Con la fine della pandemia e il ritorno alla normalità, però, in molti richiedono ancora di poter ricorrere al lavoro agile.
Il Ministro Paolo Zangrillo si troverà, quindi, presto a dover decidere sul destino dello smart working per i dipendenti pubblici. Zangrillo ha dichiarato di voler salvare tutto il lavoro fatto da Renato Brunetta ma, allo stesso tempo, si è dichiarato aperto su un maggiore utilizzo dello smart working.
L’importante sarà poter verificare i risultati del lavoro agile.
Come dichiarato, però, dalla Commissione tecnica, insediata dal Ministro Brunetta, ci sono delle criticità da risolvere, come
“un’assenza generalizzata di iniziative di informazione e formazione per addestrare il personale a questa nuova modalità di svolgimento del lavoro che va ben oltre il mero cambiamento del luogo di lavoro”.
Smart working Pubblica Amministrazione 2022: le nuove linee guida del Ministero
Secondo le linee guida del ministero, saranno le singole amministrazioni ad individuare le attività che potranno essere svolte in smart working, previo confronto con le organizzazioni sindacali.
L’obiettivo, infatti, sarà quello di
“avere una disciplina che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati e concili le esigenze dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni”.
Secondo la Commissione, c’è una diffusa soddisfazione dei lavoratori coinvolti, grazie ad un miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e privata. Ma non è stata data la giusta attenzione alla produttività dei lavoratori in smart working. Nelle poche istituzioni pubbliche dove è stata fatta una forma di monitoraggio, è stato segnalato un effetto positivo nella produttività del 44,8% dei casi, una percentuale ritenuta insoddisfacente da parte della Commissione.
Per questo Zangrillo preme sulla necessità di verificare i risultati sui servizi al cittadino nel lavoro da remoto:
“Intendo procedere cercando di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento. È evidente che comporta un modo diverso di gestire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore. Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati. Ci vuole maturità. Se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni”.
I sindacati, in risposta, hanno detto di apprezzare le parole del neo-Ministro e di aspettare a breve una convocazione per parlare del futuro del lavoro agile.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it