Il cantiere per tutelare i lavoratori esodati è aperto ormai da oltre 2 anni e il legislatore ha approvato diversi provvedimenti di cui ormai si fa fatica a tenere il conto.
Precedentemente, a rientrare nei requisiti previsti dalla tutela sono stati molti più lavoratori esodati di quanto non avesse previsto il Governo (2.500 con la quarta salvaguardia, 1.800 con la sesta), così l’INPS si è trovato nell’incapacità di evadere quasi 5 mila domande già certificate dalle competenti direzioni territoriali del Lavoro.
L’accesso alla settima salvaguardia, quindi, verrà inibito a chi ha utilizzato i permessi retribuiti della 104. Potranno invece farvi accesso coloro che nel 2011 erano in congedo per assistere figli con disabilità grave ai sensi dell’articolo 42, comma 5 del testo unico sulla paternità (Dlgs 151/2001). Esclusi dalla settima salvaguardia poi anche gli stagionali e gli agricoli a tempo determinato per evitare che possano beneficiare della tutela anche coloro che, per la natura del proprio lavoro, stipulano più contratti a termine nel corso dell’anno.
A lanciare l’allarme, inoltre, il presidente dell’Inps Tito Boeri, secondo il quale “non tutto è risolto” con la settima salvaguardia, e c’è “un rischio strascico”. Boeri in una lunga intervista televisiva fa il punto su tutto il capitolo pensioni e rilancia anche l’idea di un drastico tagli ai vitalizi dei politici. Sugli esodati quello messo in campo dal governo con la manovra è un nuovo intervento “parziale”, che aggiungerà costi a quelli già “alti” sostenuti finora, senza risolvere la questione.