scuole sicurezzaLa sicurezza delle scuole nel nostro Paese lascia ancora a desiderare: quattro edifici su dieci hanno una manutenzione carente, oltre uno su cinque presenta lesioni strutturali, in quasi la metà dei casi gli interventi strutturali non sono stati effettuati. Più della metà delle scuole, inoltre, si trova in zona a rischio sismico e più di una su dieci a rischio idrogeologico. L’Anagrafe dell’edilizia scolastica, varata ad agosto, resta ancora un’opera non aggiornata ed incompleta, non certo la fotografia nitida da cui partire per programmare la messa in sicurezza delle scuole: un esempio, all’IC  S Eufemia di Gizzeria Lido (CZ) sono in corso lavori per sistemare molte delle criticità segnalate da Cittadinanzattiva, peccato che le condizioni in cui si trova la scuola non siano rilevate dalla Anagrafe. O ancora, la scuola elementare di Laigueglia (SV) risulta dal database come scuola sicura e senza necessità di particolari interventi, difatti lo stesso Comune l’aveva inserita tra i punti di ritrovo in caso di emergenza: peccato che a giugno un’intera parete della palestra sia crollata sull’adiacente ferrovia.

 

E sui finanziamenti ricevuti con #scuolebelle, i dirigenti ringraziano ma rilanciano: uno su tre non aveva richiesto quel tipo di interventi e sette su dieci dichiarano che la propria scuola aveva bisogno di interventi ben più urgenti.
E’ questo, in estrema sintesi, il quadro presentato stamattina da Cittadinanzattiva con il XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola. 101 gli edifici scolastici monitorati in 13 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto). Il Rapporto di quest’anno contiene un focus di indagine su ulteriori 80 scuole, interessate dai finanziamenti del Governo per #scuolebelle. E a margine è stata diffusa un’ulteriore indagine “Occhio all’Anagrafe” con cui Cittadinanzattiva ha messo alla prova, per 98 scuole del suo campione, il nuovo database dell’edilizia scolastica.

 

“Vorremmo poter condividere l’ottimismo del Ministero dell’Istruzione quando afferma che con l’Anagrafe “conosciamo le condizioni di ogni edificio scolastico” e che in quattro anni tutte le scuole saranno sicure”, commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. “In realtà l’Anagrafe dell’edilizia scolastica, come dimostriamo oggi, presenta dati, per una parte dei comuni e delle regioni, ancora approssimativi, non aggiornati, poco chiari. Meglio evitare toni rassicuranti sulla sua reale efficacia e sullo stato delle scuole italiane. Chiediamo agli amministratori e ai dirigenti di comuni e regioni, soprattutto del Sud e delle Isole, di fare la loro parte sull’edilizia scolastica. Se esiste un gap geografico tra i finanziamenti erogati molto è dovuto alla capacità e alla competenza delle amministrazioni locali di decidere prima e di investire poi su questa grave emergenza. Pur apprezzando l’impegno dimostrato dal Governo sull’edilizia scolastica con il piano triennale di finanziamenti e i provvedimenti contenuti nella Legge n.107/2015, chiediamo allo stesso di modificare ciò che si dimostri non efficace, come gli interventi di “scuole belle”, di considerare i cittadini e le organizzazioni impegnate su questo fronte alleati preziosi e non disturbatori indesiderati, di vigilare con controlli diretti e sanzioni adeguate per chi speculasse sulla sicurezza dei bambini”.

 

Scuole in cerca di manutenzione. Bullismo in aumento. E sulla sicurezza interna ancora troppi ritardi

 

Il contesto ambientale. Il 73% delle scuole monitorate è situato in zona a rischio sismico, il 14% in zona a rischio idrogeologico, il 4% in zona a rischio industriale, il 5% a rischio vulcanico, il 5% in zona a elevato inquinamento acustico.

 

Lo stato degli edifici. Il 39% delle scuole ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo, una su cinque (21%) presenta lesioni strutturali per lo più sulla facciata esterna (41%), sui corridoi (38%), nelle palestre (27%). Il 15% delle aule presenta distacchi di intonaco o segni di fatiscenza. Di fronte alla richiesta di piccoli lavori di manutenzione, nel 12% dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto e nel 21% lo ha fatto con molto ritardo. Nel caso di richiesta di lavori di manutenzione strutturale, ben più lunghi e onerosi, nel 45% delle situazioni l’ente non è intervenuto.

 

 

 

 

Lo stato di….

Aule

Mense

Palestre

Distacchi di intonaco

15%

12%

27%

Segni di fatiscenza

16%

12%

23%

Porte anti-panico

74%

53%

63%

Barriere architettoniche

17%

6%

12%

Finestre non integre

23%

20%

7%

Pavimenti difformi

8%

14%

23%

Fili elettrici scoperti

6%

6%

2%

Cavi volanti

17%

5%

Ottimo livello di Aerazione

30%

29%

33%

Ottimo livello di temperatura

11%

8%

10%

Ottimo livello di illuminazione

26%

27%

23%

Ottimo livello di pulizia

13%

19%

14%

Fonte: Cittadinanzattiva 2015

 

 

Banchi (20%) e sedie (18%) rotti, arredi non a norma nella metà delle aule: stare in classe non è proprio comodo. All’avvio dell’anno scolastico il preside del Liceo Troja di Andria ha invitato i ragazzi a portarsi sedia e banco da casa perché ne mancavano all’appello 60 e la scuola non può comprarli..
Da anni i bambini della scuola elementare di Lampedusa, insieme ai loro genitori, lottano per avere aule sicure e dignitose.
I cortili sono presenti nell’87% delle scuole monitorate. Nel 93% dei casi sono recintati, ma lo stato della recinzione è pessimo in una scuola su cinque. Talvolta vengono usati come magazzino, con presenza di ingombri e di rifiuti non rimossi; in una scuola su tre sono utilizzati come parcheggio, dal personale e dalle famiglie. L’88% è dotato di uno spazio verde e nel 28% anche di una area gioco o sportiva attrezzata. Il 42% dei bagni è  sprovvisto di carta igienica, il 53% di sapone, il 77% di asciugamani e il 49% di scopini per il wc.

 

La sicurezza interna. Mancano scale di sicurezza nel 26% delle scuole monitorate; solo il 34% presenta vetrate a norma; le porte con apertura antipanico sono assenti nel 74% delle aule, nell’89% dei bagni, nel 65% delle aule computer, nel 54% dei laboratori, nel 47% delle mense e nel 37% delle palestre e anche nel 15% dei cortili dove sarebbero obbligatorie per legge.
In più di una scuola su quattro, l’impianto elettrico è completamente o parzialmente inadeguato; quasi una scuola su tre ha un impianto anti-incendio in stato arretrato.   340 gli incidenti accorsi, nell’ultimo anno, a studenti e personale delle scuole monitorate: in 45 casi è stato chiesto l’intervento del 118, in 40 è stato disposto il trasferimento in ospedale. Il 74% delle scuole ha un sistema di vigilanza all’ingresso dell’edificio ma solo l’11% è dotato di telecamera o simili. Ancora frequente (44%) la cattiva abitudine di lasciare i cancelli aperti durante le ore di lezione.

 

Certificazioni e segnaletica. Poco più di una scuola su tre possiede il certificato di agibilità statica (38%), quello di agibilità igienico-sanitaria (35%), e quello di prevenzione incendi (32%). Il 98% ha nominato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, solo il 6% il medico competente. Il piano di emergenza è presente in tutte le scuole, mentre il documento di valutazione dei rischi è stato redatto nel 97%.

 

Le prove di evacuazione sono effettuate con regolarità nel 98% delle scuole, per lo più relativamente al rischio incendio (86%) e sismico (81%). Veramente rare (5%) le prove per rischio idrogeologico. La piantina con i percorsi di evacuazione è presente nel 92% delle scuole, la segnalazione delle uscite di emergenza nell’85%.

 

Barriere architettoniche e accessibilità. In una scuola su due mancano posti auto riservati ai disabili nel cortile o nel parcheggio, una su quattro è priva di bagni per studenti con disabilità. E seppur a livello nazionale il 70% delle scuole dichiari di aver messo in atto accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche, ci sono regioni molto indietro: ultima la Calabria, che arriva appena al 16%. Il 50% degli edifici su più piani dispone di un ascensore, ma questo nel 12% dei casi non funziona e nel 4% non è abbastanza largo da consentire l’ingresso di una carrozzina. Barriere architettoniche sono presenti nel 18% degli ingressi e dei laboratori, nel 17% delle aule, nel 13% dei bagni, nel 12% delle palestre e nel 6% delle mense. Il 73% delle scuole non ha tutte le aule utilizzabili da studenti disabili, nel 75% non sono installate attrezzature didattiche o tecnologiche adeguate per gli stessi..

 

Bullismo, vandalismo e criminalità. In crescita gli episodi di bullismo che nell’ultimo anno hanno interessato il 36% degli istituti monitorati (lo scorso anno era solo il 10%). Una scuola su tre ha subito nell’ultimo anno atti di vandalismo, il 14% anche episodi di criminalità all’interno e il 9% nei pressi dell’edificio. Da un’analisi della stampa locale, Cittadinanzattiva ha recensito 45 casi di vandalismo in scuole di ogni ordine e grado, in centri piccoli e grandi: furti di lavagne multimediali e materiale tecnologico, muri imbrattati, libri incendiati, vetri rotti sono tra le azioni vandaliche più frequenti. Al Liceo Cartesio di Giugliano (NA) i vandali sono arrivati a liberare centinaia di cavallette nei corridoi della scuola; alla scuola Don Milani di San Giovanni Valdarno (AR) hanno tagliato tutti gli alberi che da poco bimbi, giardinieri e insegnanti avevano piantato nel cortile.

 

La ristorazione scolastica

 

Un focus specifico ha riguardato le mense di un campione di 53 scuole, monitorate tra marzo e giugno. In undici istituti si pranza nelle aule dove si svolgono le attività didattiche; in una scuola si mangia nell’atrio (si tratta della scuola Primaria Giovanni Paolo II di Termoli). In 12 scuole il servizio è comunale, in 41 è affidato a ditte esterne. L’indagine ha riguardato anche i cibi offerti a bambini e ragazzi: solo il 4% utilizza esclusivamente prodotti biologici, assenti invece del tutto nel 37% delle mense monitorate. Una scuola su tre usa prodotti a KM zero. Fra gli alimenti, il più gradito dai bambini è la pasta, soprattutto al pomodoro e al ragù; seguono a distanza, carne, pizza, patate; in fondo alla classifica, passato di verdure e bastoncini di pesce. Ogni giorno circa il 14% del cibo servito viene sprecato e solo il 9% delle scuole prevede come riutilizzarlo, consegnandolo ad esempio ai bambini perché lo portino a casa o ad associazioni benefiche che lo distribuiscono fra i bisognosi. Per apparecchiare i tavoli, nel 60% dei casi si usano tovaglie di carta monouso, nel 65% piatti e stoviglie usa e getta. Le Commissioni mensa sono attive in una scuola su due.
Scuole green. Cresce negli anni il numero di scuole che utilizza fonti di illuminazione a basso consumo (32%), o pannelli solari e altre fonti rinnovabili (21%). Il 78% fa la raccolta differenziata ma solo il 12% mette a disposizione di tutti contenitori specifici. Notevoli però le differenze territoriali per il risparmio energetico: al top Veneto e Valle d’Aosta con il 79% delle scuole che lo attuano, in coda la Calabria con solo il 6%. Solo il 7% degli istituti scolastici dispone di piste ciclabili in prossimità dell’edificio e l’8% è dotato di sistemi di isolamento acustico e termico.

 

Anagrafe dell’edilizia scolastica: una fotografia ancora troppo sfocata, soprattutto per Calabria, Sicilia, Lazio, Sardegna, Campania, Basilicata

 

Il 30 giugno 2015 tutte le Regioni hanno provveduto a far confluire i propri dati relativi alle Anagrafi regionali in quella nazionale (S.N.A.E.S.). A partire dal 7 agosto 2015 tali dati sono stati resi noti attraverso la sezione del sito del Miur “La Scuola in Chiaro”. I dati in questione sono visibili alla voce “edilizia”. Cittadinanzattiva ha verificato, per 98 fra le scuole monitorate, le informazioni contenute nella banca dati “La Scuola in chiaro”, esaminando per ciascun edificio le seguenti voci:

 

  • la presenza della scuola sul portale

 

  • la presenza dell’icona “edilizia” ma senza dati

 

  • la presenza dell’icona “edilizia” e dei dati per ogni singola sottovoce

 

  • la presenza dei dati relativi alla voce n. 14, “STATO DI CONSERVAZIONE DEL CORPO DI FABBRICA”

 

Solo 34 sono le scuole con tutti i dati relativi allo stato di manutenzione. Delle restanti 64 non è possibile in sintesi avere un quadro chiaro sullo stato di sicurezza in cui si trovano: in particolare, 2 scuole non sono presenti sul portale, 2 non hanno l’icona edilizia, in 21 è presente l’icona ma non i dati interni, 39 presentano solo dati parziali.

 

Abbiamo appurato che le maggiori lacune si registrano proprio per le scuole appartenenti alle 6 regioni che hanno provveduto ad inserire i dati solo dalla fine di giugno: Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna, Basilicata, Calabria. In generale, la voce edilizia non è di facile lettura per un cittadino comune, sia esso genitore o studente; non indica il numero totale di scuole presenti; non segnala a quando sono aggiornati i dati; non contiene gli indicatori relativi al rispetto della Legge n.81/2008, ad esempio se e quante prove di emergenza vengono effettuate, se la scuola ha un piano di emergenza e un documento di valutazione dei rischi aggiornato e conosciuto, chi sia il Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione, se le famiglie vengono informate ed aggiornate su come comportarsi in caso di emergenza. Inoltre, tutte le info relative alle certificazioni saranno inserite solo a partire dal 31 gennaio 2016. Infine, Il Ministro, all’atto di presentazione dell’Anagrafe, ha fatto riferimento a 33.825 edifici scolastici definiti “attivi”, mentre l’Ufficio statistico del MIUR indica in 42.000 le scuole presenti nel nostro Paese.

 

Scuole più belle, ma non ancora sicure

 

Gli interventi di #scuolebelle condotti nelle 80 scuole monitorate hanno riguardato per l’80% il decoro, ossia tinteggiature di ambienti esterni o interni, verniciatura di cancelli e recinzioni, pulizia di vetri ed infissi; per il 25% la piccola manutenzione e per l’11% l’abbellimento. La durata media è stata di 68 giorni, per un costo medio a scuola di 21mila euro. Sono stati impiegati lavoratori socialmente utili nel 68% dei casi, prevalentemente con funzioni di imbianchini e di operai o per compiti di manovalanza generica e di pulizia.
Quasi 1 dirigente scolastico su 5 ha evidenziato che gli operai utilizzati, nonostante il loro impegno, non fossero all’altezza delle mansioni assegnate. All’Istituto Nicotera Costabile di Lamezia Terme, la tinteggiatura fatta con i fondi di #scuolebelle si è dissolta alle prime piogge. Nel 42% dei casi gli studenti erano all’interno dell’edificio durante l’esecuzione dei lavori.  In due casi su tre, quel tipo di intervento era stato richiesto dal dirigente che si è dichiarato soddisfatto dei lavori. Ma colpisce che, nel 72,5% dei casi, i presidi abbiano contemporaneamente richiesto altri interventi ben più complessi ed urgenti di manutenzione e di messa in sicurezza.

 

Le nostre proposte

 

In sintesi, alcune delle principali proposte avanzate da Cittadinanzattiva.

 

Anagrafe dell’edilizia scolastica: al Governo e al Ministero chiediamo di inserire a breve tutte le scuole; di rendere maggiormente fruibile il database e di aggiornarlo, indicando quante scuole sono presenti, qual è la data di aggiornamento dei dati per ciascun edificio; di inserire tutti gli indicatori per ciascuna  scuola e di aggiungerne nuovi a partire da quelli previsti dalla legge 81/2008, ad esempio relativi alla presenza o meno del piano di emergenza e documento di valutazione dei rischi.

 

Scuole belle: stornare i fondi non ancora spesi da questo capitolo di spesa dirottandoli su quello denominato #scuolesicure, anche a vantaggio delle scuole del sud e delle isole che presentano maggiori problemi strutturali e manutentivi.

 

Occhio agli Appalti pubblici: no alle gare al massimo ribasso per gli interventi di edilizia scolastica e per quelli legati alla ristorazione scolastica; avviare procedure di controllo ferree, garantendo trasparenza e accessibilità delle informazioni per i cittadini e prevedere sanzioni esemplari per chi fa interventi inadeguati o illegali.

 

Rivedere la Legge n.81/2008 per aggiornarla al fine di considerare gli aspetti specifici dell’ambiente scolastico; rivedere la normativa su assicurazioni e risarcimenti per le vittime di incidenti e calamità a scuola; rivedere la figura del Responsabile per il Servizio di Prevenzione e Protezione, assicurandogli adeguati compensi e specificando meglio ruoli e responsabilità.

 

Istituzionalizzare la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole: promossa da 13 anni da Cittadinanzattiva, chiediamo che per la stessa sia scelta la data del 22 novembre, anniversario della tragedia di Rivoli, e si mettano a punto un piano di attività consolidato, in continuità con quanto fino ad oggi realizzato da Cittadinanzattiva e da tutti i soggetti coinvolti.

 

Scuole nuove e innovative: chiediamo che nella progettazione delle nuove scuole e nella ristrutturazione di spazi già esistenti, siano coinvolti i cittadini, a partire da quelli che ogni giorno frequentano la scuola. Allo stesso modo, per quanto riguarda la gestione dei servizi e dei locali scolastici, istituzioni centrali ed enti locali devono sostenere i comitati, le associazioni, i gruppi di genitori e studenti che si impegnano in azioni di manutenzione civica nelle scuole e gestiscono attività di vario genere, in ottemperanza a quanto previsto dall’art.118 u.c. della Costituzione