E’ in arrivo un pacchetto di interventi da inserire nella Legge Madia per il riordino del lavoro pubblico che porti a procedimenti disciplinari più certi per fannulloni e furbetti della pubblica amministrazione.
Al momento i responsabili del procedimenti disciplinare, che va dal rimprovero scritto alla sospensione dal lavoro per 10 giorni, sono i dirigenti che però molto spesso non si attivano per paura di dover poi rispondere di danno erariale, mentre per sanzioni disciplinari superiori il responsabile p l’Ufficio per i procedimenti disciplinari (Upd) , che può arrivare fino al licenziamento del dipendente.
L’ipotesi che si sta studiando è quella di porre l’Ufficio per i procedimenti disciplinari a capo anche delle sanzioni minori superiori al rimprovero scritto per togliere potere ai dirigenti e accentrarlo in capo all’Upd muovendosi, però comunque, sempre in continuità con la riforma Brunetta del 2009 e con il Dlsg del 2001. In questo modo si lascerebbe al dirigente solo la competenza del rimprovero verbale e scritto.
Allo studio anche l’ipotesi di vietare alla contrattazione ci impugnare le sanzioni disciplinari pur mantenendo il potere di produrre norme sulle infrazioni stesse “anche introducendo nuove ipotesi sostanziali di licenziamento”.
Allo studio anche l’idea di applicare sanzioni disciplinari ai dirigenti che non attivano il procedimento disciplinare nei confronti di un dipendente “infedele”. In ballo anche l’idea di mantenere soltanto la pregiudizialità sostanziale per permettere ai procedimenti disciplinari di non fermarsi una volta avviati, in attesa del giudicato penale.
Altro nodo da sciogliere al riguardo è rappresentato dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che pone tutele in caso di licenziamento illegittimo anche se si sta pensando di aprire la strada al solo risarcimento economico laddove, anche in presenza di gravi infrazioni disciplinari, il licenziamento sia dichiarato illegittimo da vizi procedurali.