La carenza di personale infermieristico è critica, mancano 55 unità rispetto alla pianta organica, e altre 55 per allestire le ambulanze Mike (medicalizzate) e le automediche. I problemi sono acuiti dal fatto che il 118 è un corpo a due teste, la centrale operativa è dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico di Bari, mentre il personale distribuito sul territorio è della ASL Bari. Molte postazioni, ossia i punti i cui sostano gli operatori sono fortemente inadeguate. Le pensiline per le ambulanze, le colonnine elettriche per la ricarica delle attrezzature di bordo non ci sono. Il blocco delle ore di lavoro straordinario non consente di coprire tutti i turni, i PPI e le ambulanze Mike devono sempre avere l’infermiere, quando questi mancano, gli infermieri vengono reperiti dalle ambulanze “India”, cioè quelle che prevedono la presenza di un infermiere, un soccorritore e un autista; così facendo le ambulanze “India” circolano con un soccorritore e un autista. I 15 PPI sono rimasti tutti attivi ma dovrebbero essere 7. Giovanni Stellacci della segreteria generale spiega che “non è assolutamente possibile accettare questo stato di cose, le parole sono tante ma i fatti sono pochi, tutti i cittadini hanno diritto allo stesso tipo di assistenza, serve un’organizzazione più razionale. Non comprendiamo e qualcuno ce lo spieghi, perché i cittadini di un comune debbano avere ambulanze medicalizzate mentre quelli di un altro comune un’ambulanza senza medico ne’ infermiere. Occorre con solerzia, adeguare la dotazione organica e, forse sarebbe il caso di pensare a una nuova rete e, a un nuovo tipo di organizzazione, piuttosto che spacciare per Sistema di Emergenza qualcosa di molto diverso”
FONTE: Agenzia Parlamentare (www.agenparl.it)