rivalutazione-pensioni-legge-di-bilancioDopo la manifestazione unitaria dei sindacati i tecnici hanno aperto un dossier per studiare un pacchetto di emendamenti alla legge di bilancio.


Rivalutazione Pensioni e Legge di Bilancio: quali scenari? Il Governo potrebbe presentare un pacchetto di emendamenti utili per correggere il capitolo previdenziale presente nella Legge di Bilancio per il 2020. Probabilmente non al Senato dove è attualmente in discussione la manovra ma alla Camera il mese prossimo.

Fonti vicine alla maggioranza hanno fatto trapelare che il Governo avrebbe intenzione di accogliere in parte le richieste dei sindacati dei pensionati nei limiti delle risorse disponibili e con un ordine di priorità rispetto agli interventi da perseguire.

Il primo obiettivo sarebbe quello di irrobustire le rivalutazioni degli assegni incrementando dal prossimo anno la fascia di perequazione anche per gli assegni compresi tra quattro e cinque volte il trattamento minimo inps (cioè tra 2.052 e 2.565 lordi mensili) che beneficiano attualmente di una rivalutazione al 77% dell’indice Istat.

Questa percentuale, secondo il disegno di legge di bilancio per il 2020 in discussione in parlamento, sarebbe confermata anche nel 2020 e nel 2021 per poi salire al 90% solo dal 2022 in poi.

L’ipotesi che si starebbe studiando è di anticipare quest’ultimo scatto al prossimo anno rispondendo così alle richieste della parte sindacale. Per gli assegni inferiori alle quattro volte il minimo resterebbe confermata la rivalutazione al 100% dell’inflazione. Quindi con l’incremento dal 97 al 100% della fascia di rivalutazione degli assegni compresi tra tre e quattro volte il minimo. Cioè tra 1.539 e 2052 euro lordi al mese.

Negli ultimi sette anni di blocco e di riduzione della perequazione (a partire dal 2012 con la legge Monti-Fornero), ribadiscono i sindacati, i pensionati hanno lasciato allo Stato 44 miliardi di euro. Rendendo improcrastinabile un intervento sulla materia.

Pensioni Basse

L’altra ipotesi a cui si sta lavorando è concentrare i fondi disponibili sugli assegni più bassi allargando la platea di pensionati che incassano la quattordicesima. Sono 5,8 milioni i pensionati con redditi inferiori a mille euro al mese (2 volte il trattamento minimo inps) titolati a godere di questo trattamento e per loro si spendono circa 40 miliardi pari al 13,7% della spesa complessiva. L’esecutivo sta studiando in che misura e sino a che fasce sarebbe possibile estendere e/o irrobustire gli attuali importi della quattordicesima (i sindacati hanno un’estensione sino a tre volte il minimo, cioè sino a 1.500 euro lordi al mese, ma l’ipotesi è economicamente insostenibile).

Tra le ipotesi in campo, avanzate dai sindacati, c’è un aumento della dotazione del Fondo per l’autosufficienza. Il governo potrebbe aumentare le risorse (già cresciute di 50 milioni rispetto allo scorso anno). Ma la vera svolta, spiega chi lavora su questo dossier, potrebbe essere l’elaborazione di una legge quadro. Una legge che punti a uniformare i meccanismi di assistenza nelle varie Regioni del Paese.

Flessibilità in uscita

Sulla flessibilità in uscita non dovrebbero esserci stravolgimenti rispetto ai contenuti della manovra già anticipati nei giorni scorsi su PensioniOggi (proroga di un anno dell’ape sociale e dell’opzione donna). In particolare nonostante le fibrillazioni all’interno dell’esecutivo la quota 100 non dovrebbe subire modifiche il prossimo anno. Il M5S intende, infatti, difendere la misura contro l’ipotesi di una revisione o l’inserimento di finestre aggiuntive.