Rivalutazione Pensioni 2019, a Gennaio il taglio sull’indicizzazione non può scattare. Impossibile per l’Inps recepire le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio per il 2019 che hanno rivisto al ribasso le percentuali di indicizzazione delle pensioni anche per il triennio 2019-2021.
Il taglio della rivalutazione delle pensioni deciso con la manovra di bilancio per il 2019 pubblicata in Gazzetta Ufficiale non si applicherà nel mese di gennaio. Non si vedranno quindi subito sugli assegni del mese prossimo gli effetti del nuovo meccanismo di raffreddamento della rivalutazione delle pensioni contenuto nella manovra di bilancio.
Lo spiega l’Inps in una nota precisando che «con successiva circolare, dopo la pubblicazione della legge di bilancio per il 2019 in Gazzetta Ufficiale, s’illustreranno le modifiche apportate dalla nuova normativa e si descriveranno le relative modalità di attuazione e i tempi per i conguagli». Intanto «per assicurare sin dalla mensilità di gennaio 2019 il pagamento dell’importo di pensione rivalutato, come avviene ogni anno, l’Inps ha provveduto a elaborare gli importi delle pensioni “rinnovate” entro il mese di novembre 2018, applicando la legislazione a quel momento vigente (legge 388 del 2000)». I criteri di calcolo adottati nel rinnovo delle pensioni e delle prestazioni assistenziali sono stati illustrati dall’Istituto con la circolare n. 122 del 27 dicembre 2018.
Ricordiamo, invece, che è scattato dal 1° gennaio 2019, la variazione percentuale per il calcolo dell’aumento di perequazione delle pensioni (qui le tabelle) spettante per l’anno 2018 con decorrenza dal 1° gennaio 2019.
Le classi coinvolte
In definitiva i pensionati con assegni superiori a 1.522 euro lordi al mese (al valore 2018) saranno chiamati a restituire all’Inps nei prossimi mesi gli importi in eccedenza erogati secondo la normativa di cui alla legge 388/2000 nelle more del ricalcolo delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2019 con le regole imposte dalla legge di bilancio per il 2019 . Nulla dovrà essere restituito, va precisato, per i pensionati con assegni entro tre volte il trattamento minimo di pensione nel fondo pensione lavoratori dipendenti, cioè entro la predetta cifra di 1.522 euro, dato che queste fasce sono pienamente adeguate all’inflazione anche con le nuove regole contenute nella legge di bilancio per il 2019.
Si può già anticipare che l’Inps recupererà, come di consueto, queste cifre direttamente sui ratei di pensione erogati nel corso dell’anno. Del resto non poteva essere diversamente avendo il Governo cambiato le regole praticamente a ridosso del nuovo anno, quando era troppo tardi per correggere il tiro. E il nuovo sistema è praticamente quasi identico a quello della legge 147/2013 salvo per gli assegni superiori a 9 volte il minimo inps che saranno leggermente penalizzati: l’indicizzazione per queste classi sarà riconosciuta in misura pari al 40% del tasso di inflazione contro il 45% della normativa appena esaurita. Nella tavola sottostante le nuove fasce di rivalutazione delle pensioni nel triennio 2019-2021.