L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) si pronuncia contro la ritorsione e “vendetta” di Sindaco e segretario comunale contro un lavoratore “whistleblower”: ecco le decisioni emerse dalla delibera 426/2024.


Il caso riguarda infatti un dipendente di un comune italiano che avrebbe denunciato presunte irregolarità nella gestione di appalti pubblici, ma che, a seguito di queste segnalazioni, avrebbe subito provvedimenti apparentemente ritorsivi sia dal Sindaco sia dal segretario.

L’Autorità ha emesso la delibera n. 426 del 25 settembre 2024, con cui ha dichiarato che il trasferimento delle responsabilità finanziarie a un’altra figura costituisce una misura punitiva ai danni del dipendente whistleblower. La delibera ha sancito la nullità del decreto sindacale che aveva assegnato il ruolo di responsabile finanziario a un’altra persona, sanzionando il sindaco per questa decisione.

La vicenda e le accuse del dipendente

Il dipendente, impiegato comunale, ha portato all’attenzione delle autorità interne diverse anomalie nelle procedure di appalto, suggerendo l’esistenza di favoritismi e violazioni. A seguito delle sue segnalazioni, afferma di essere stato oggetto di provvedimenti disciplinari e di un trasferimento a incarichi di minore responsabilità.

Secondo il whistleblower, il suo trasferimento rappresenta un’azione punitiva mirata a scoraggiare ulteriori segnalazioni di illeciti, negandogli di fatto la possibilità di operare senza timore di ripercussioni.

La tutela dei whistleblower in Italia

La legislazione italiana, tramite l’articolo 54-bis del d.lgs. 165/2001 e il d.lgs. 24/2023, stabilisce protezioni per i whistleblower, garantendo che chi segnala atti illeciti all’interno delle pubbliche amministrazioni non debba subire ritorsioni. L’obiettivo è incoraggiare la trasparenza e l’integrità, consentendo a chiunque di denunciare irregolarità in un ambiente di sicurezza.

In questo contesto, l’Anac svolge un ruolo fondamentale nel monitorare i casi di presunta ritorsione, utilizzando anche il “Regolamento per la gestione delle segnalazioni e per l’esercizio del potere sanzionatorio“, adottato con Delibera n. 690 del 2020. Secondo questo regolamento si valuta se le misure prese dalle autorità locali siano giustificate o, come in questo caso, rappresentino una reazione punitiva.

Le contestazioni e le difese del Comune

Nel corso dell’indagine, il Sindaco e il segretario comunale hanno cercato di dimostrare che i provvedimenti nei confronti del dipendente fossero motivati da ragioni oggettive e non ritorsive. Il Sindaco, ad esempio, ha sottolineato che le nomine per incarichi di elevata qualificazione sono di natura fiduciaria e che, per prassi giuridica, il rinnovo dell’incarico non è garantito.

Secondo il Sindaco, il dipendente in questione avrebbe mostrato comportamenti che avrebbero compromesso il rapporto di fiducia, giustificando così il mancato rinnovo della sua posizione. Tuttavia, il whistleblower ha contestato tali affermazioni, sostenendo di aver svolto correttamente il suo lavoro e di aver agito nell’interesse dell’amministrazione, come dimostrato da vari messaggi di ringraziamento ricevuti per la sua professionalità.

La posizione dell’Autorità: vietata la ritorsione contro il whistleblower

L’Autorità ha sottolineato che, per dimostrare la legittimità dei provvedimenti adottati, il Comune avrebbe dovuto provare che tali decisioni non fossero collegate alle segnalazioni fatte dal dipendente. Tuttavia, dalle informazioni emerse, sembra che i provvedimenti abbiano avuto una natura punitiva e mirata.

Per questo motivo ha deciso di sospendere temporaneamente il procedimento sanzionatorio in attesa di ulteriori chiarimenti da parte del tribunale del lavoro, dove il dipendente ha impugnato le sanzioni disciplinari subite.

Questo caso di whistleblowing evidenzia le sfide che molti dipendenti pubblici affrontano quando decidono di denunciare irregolarità, soprattutto in un contesto in cui la protezione legale spesso risulta insufficiente o inefficace. Le misure adottate dal Comune di fronte alle denunce hanno suscitato preoccupazione per le possibili ritorsioni contro chi cerca di far emergere situazioni di illegalità.

Il caso potrebbe segnare un precedente importante per la tutela dei whistleblower in Italia, e la decisione finale sarà osservata con attenzione, poiché avrà ripercussioni significative sulla fiducia dei dipendenti pubblici nelle tutele offerte dallo Stato contro le ritorsioni.

Il testo della delibera

Qui il documento completo.