Meno di 126 milioni di euro in tre anni. È quanto vale la ‘dote’ del decreto attuativo P.a. sul riordino delle forze di polizia, arrivato qualche mese fa, e l’assorbimento dei Forestali nei Carabinieri. Come detto, i risparmi dal 2016 al 2018 raggiungeranno, secondo quanto si legge nella relazione tecnica al decreto Madia, 125,8 milioni di euro. Nel dettaglio, 42,4 milioni di euro arriveranno dalla razionalizzazione dei presidi di polizia; 3,6 milioni dal taglio dei servizi navali; altri 60,3 dalla gestione associata dei servizi strumentali delle Forze di polizia; e 19,3 dal passaggio del Corpo forestale nell’Arma. Dal 2019 a regime, sempre secondo la rt, i risparmi sono quantificati in 56,8 milioni di euro all’anno, al netto degli oneri. Le risorse saranno quindi reinvestite, il 50%, nelle forze di polizia (in particolare nel capitolo per la modifica dei “ruoli”) e, l’altra metà, rimarranno nelle casse dello Stato.
Il decreto interviene sulla disciplina della fattispecie di illecito disciplinare denominata falsa attestazione della presenza in servizio. L’intervento prevede la sospensione obbligatoria dal servizio e dalla retribuzione in caso di illecito riscontrato in flagranza. Sono inoltre previste la responsabilità per danno erariale del dipendente, con una condanna minima pari a 6 mensilità, ove la condotta illecita abbia comportato un danno di immagine all’amministrazione, e la responsabilità disciplinare del dirigente che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento.
“Negli ultimi anni, a causa di scelte a nostro parere inopportune – denuncia Legambiente Umbria nella sua lettera inviata a Regione, Province e Comuni umbri – la tutela del territorio rurale, la lotta ai crimini ambientali, al bracconaggio e al contrasto di ecomafie e zoomafie, è stata indebolita a seguito dell’assegnazione degli agenti provinciali prevalentemente al contrasto di microcriminalità urbana e a funzioni di polizia stradale. Adesso, con la soppressione formale delle Province, la riorganizzazione degli apparati e delle funzioni tra Province, Comuni e Regione, si è giunti alla definitiva cancellazione della vigilanza ambientale provinciale, con grave danno per un efficace controllo del territorio rurale, cosa assolutamente essenziale visto l’aumento in Umbria dei reati ambientali “.
Quindi contratti meno solidi e maggiore dispersione e spreco di risorse.