È ancora in corso la trattativa sul rinnovo del contratto degli statali 2022/2024, ma non sembrano appianarsi le divisioni tra Aran e sindacati: è scontro.


Non sembra esserci ancora un accordo tra Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni) e sindacati, per quanto riguarda il rinnovo del contratto degli statali 2022/2024.

L’Aran si dice “fiduciosa” sul raggiungimento di un accordo, mentre i sindacati hanno il timore che la trattativa “finisca su un binario morto”.

Dopo la bozza presentata dell’Aran, c’è stato un avvicinamento coi sindacati per quanto riguarda lo smart working, ma le due parti sono ancora lontane sul tema degli aumenti di stipendio.

La trattativa riprenderà il 28 ottobre, ma l’Usb, che ha abbandonato il tavolo delle trattative, ha dichiarato che indirà uno sciopero generale per il 31 ottobre.
Ecco cosa succede.

Scontro tra Aran e sindacati: il nodo del rinnovo contratto degli statali

L’Aran ha presentato una bozza per il contratto 2022/2024, che prevede un ricorso maggiore allo smart working, soprattutto per i neoassunti nella Pa, in modo da rendere più attrattiva la Pubblica amministrazione.

Una delle problematiche più urgenti, infatti, è l’abbandono dei posti al Nord, da parte dei giovani del Sud, dopo aver vinto il concorso. La rinuncia al posto fisso è dovuta ai costi eccessivi per il trasferimento. Lo smart working, invece, dovrebbe aiutare i giovani a non abbandonare il posto.

Per quanto riguarda gli aumenti di stipendio, invece, sarebbe previsto un aumento tra i 110 e i 193 euro, a seconda dell’area di appartenenza.
I sindacati, però, non sono d’accordo, perché, nel periodo tra il 2022 e il 2024, i prezzi sono saliti del 15% e l’aumento non aiuterebbe abbastanza i lavoratori.

La posizione dei sindacati

Come anticipato, la trattativa riprenderà il prossimo 28 ottobre, ma non tutti torneranno al tavolo delle trattative.

L’Usb, ad esempio, ha deciso di abbandonare il confronto e di proclamare uno sciopero generale il 31 ottobre.

I sindacati del pubblico impiego di Cgil e Uil, invece, hanno organizzato una manifestazione, per il 19 ottobre, a sostegno del rinnovo del contratto, con l’obiettivo di recuperare il potere d’acquisto, rispetto all’inflazione. Inoltre, i due sindacati spingono anche per un piano straordinario di assunzioni.

Scettico anche il segretario nazionale Fp-Cgil, Florindo Oliviero, che ha detto: “la trattativa per il rinnovo del contratto rischia di finire su un binario morto se il ministro per la Pa e il governo non si decidono a mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire l’adeguamento dei salari all’inflazione. Siamo sempre fermi al punto che lo stipendio di un funzionario, nel triennio 2022/2024, ha avuto una svalutazione pari a 290 euro e il recupero proposto dall’Aran si ferma a 141 euro. Basta parlare del governo che fa i contratti in tempi più rapidi dei precedenti. I contratti si fanno quando sono dignitosi e questo non lo sarebbe”.

La posizione dell’Aran

Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, si è detto “dispiaciuto” dell’abbandono del tavolo delle trattative da parte dell’Usb. Ma si dice “fiducioso”, che si possa arrivare ad un accordo entro la fine del 2024.

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